venerdì 19 ottobre 2007

Attenti a quei due!




Hai un problema con il permesso di soggiorno?
Sei in un "mare" di guai? Ti senti assediato dai "gendarmi" del mondo?
Patrizia e Kevin
ti aspettano allo sportello legale del Circolo Arci Thomas Sankara, tutti i giorni dopo le 18:30.

A sinistra l'avvocata Carmen,
capa legale dello sportello.

Manifestazione Rete Antirazzista Siciliana per la chiusura dei CPT, Ragusa 2005 con i compagni rom di Messina






APPELLO DELLA COMUNITA’ ROM DI MESSINA
AI CITTADINI E ALLE CITTADINE DELLA CITTA’

La nostra comunità rom è composta da circa 80 persone e più della metà sono bambini nati qui. Con quest’appello chiediamo di migliorare le nostre condizioni, senza però perdere le nostre antiche tradizioni, la nostra cultura, la religione mussulmana e soprattutto la nostra dignità d’esseri umani. Notiamo sempre di più l’immagine di una città ostile alla presenza dei migranti. E se non dobbiamo sottovalutare i segnali che provengono dai quartieri, dobbiamo anche affermare che quelle raccolte di firme contro di noi non sono rappresentative di tutta la comunità messinese: dobbiamo dire che c'e' un altra Messina, da sempre favorevole all’accoglienza, alla convivenza civile e, soprattutto, alla tutela dei diritti umani. Per questo vorremmo diffondere un appello dei cittadini , che finalmente rivendichi alla nostra città il suo ruolo di comunità accogliente e civile.
Vorremmo ricordare che i rom insediati a Messina molti dei quali sono bambini in età prescolare e scolare vivono da anni in precarie condizioni igienico-sanitarie, in quella vera e propria baraccopoli indegna di un paese civile che è il campo nomadi di San Ranieri: questa segregazione, ancora molto diffusa in Italia è contraria a tutte le norme internazionali sui diritti umani ed stata più volte denunciata nei rapporti delle Nazioni Unite e del Consiglio d Europa.
I rom presenti a Messina provengono dal Kosovo, l'unico posto in Europa dove i Rom avevano case e lavoro e vivevano in pace con i loro vicini; dove potevano studiare a scuola nella loro lingua e dove avevano persino un ministro nel governo.
Grazie alla guerra nei Balcani gli albanesi hanno ripulito il Kosovo dai rom in un pogrom che non ha precedenti dai tempi della Seconda Guerra Mondiale e 30.000 soldati della NATO non hanno fatto nulla per impedire questo genocidio. La pulizia etnica ha toccato i rom e i serbi kosovari.
Migliaia di famiglia hanno perso tutto in pochi giorni; chi è sopravvissuto è andato in Serbia in Montenegro o in Macedonia, in Bosnia, disperdendosi per l’Europa. Un piccolo nucleo è rimasto nel Kosovo, assediato in baraccopoli ed ancora oggi i rom kosovari sono vittime di azioni discriminatorie.
Rammentiamo alla città come a dicembre del 2004 il Comitato Europeo per i Diritti Sociali, organismo della Comunità Europea, ha accolto il reclamo collettivo contro l’Italia depositato dal Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC) – European Roma Rights Center di Budapest, che sostiene che l’Italia, in teoria ed in pratica, opera una segregazione razziale ai danni dei Rom nell’ambito delle politiche per la casa, dimostrando che l’esistenza di campi specifici per Rom ( i cosiddetti "campi per nomadi", spazi distruttivi per la vita e per l’immagine di questa gente ) rappresenta indubbiamente segregazione razziale.
All’inizio del 2005, il Comitato procederà alla valutazione delle politiche abitative per quanto concerne i Rom, per determinare se sono coerenti con gli impegni presi dall’Italia nell’ambito della Carta Sociale Europea Riveduta. Le soluzioni abitative per i Rom in Italia puntano alla separazione dei Rom dalla maggioranza della società italiana, mantenendoli in situazioni di esclusione artificiale. In questo modo sono bloccate le possibilità d’integrazione e si espongono i Rom al danno estremamente grave della segregazione su base razziale. Inoltre, le autorità italiane costringono regolarmente e sistematicamente i Rom a sgomberi forzati dalle loro abitazioni, la qual cosa porta a dubitare seriamente del rispetto dell’Italia nei confronti di un gran numero di leggi internazionali. In alcuni casi, nel corso di questi sgomberi, interi gruppi di Rom sono stati espulsi dall’Italia, senza una valutazione sulle azioni discriminatorie adottate nei loro confronti in alcuni paesi balcanici, tra cui il Kosovo. Una parte molto significativa della popolazione Rom in Italia vive con la costante minaccia di sgomberi forzati.
Le famiglie del campo di San Ranieri rivendicano come denunciato dal reclamo contro l’Italia depositato alla Comunità Europea, il diritto alla casa. Ricordiamo che il campo nomadi non appartiene alla cultura rom. E’ giunto il momento dopo oltre 30 anni dalla costituzione del campo di mettere la parola fine a questa vicenda. Nell’arco di questi anni nessuna soluzione alloggiativa alternativa è stata percorsa, nessun progetto d’integrazione di alcun tipo, nessun percorso di sostegno economico finalizzato alla formazione e al lavoro. Nonostante ciò i rom hanno una propria tradizione legata al lavoro, per secoli sono stati allevatori di cavalli, artigiani del ferro e delle pelli. Alcune ipotesi lavorative potrebbero essere legate alla tutela e promozione della cultura rom, dai manufatti alla gastronomia, alla musica. La comunità rom ha ormai numerosi figli nati qui, che frequentano la scuola e alcuni ragazzi e ragazze hanno sposato italiane ed italiani. Nonostante ciò è impedita ai rom la possibilità di acquisire la cittadinanza italiana, oppure semplicemente acquisire la carta di soggiorno. Tutto ciò è negato sia dall’impossibilità di certificare un alloggio idoneo, sia dall’impossibilità di dimostrare un reddito continuativo nel tempo; questi fattori sono stati prodotti dalle condizioni in cui la comunità ha vissuto sino ad oggi. Gli effetti della negazione dei pieni diritti di cittadinanza dei rom ricadono anche sull’assistenza sanitaria, sulle mancanze di tutele igienico-sanitarie soprattutto per i minori, e sul difficile rapporto con le istituzioni e i servizi territoriali, solo per sottolinearne alcune, mai nessun assistente sociale si è occupato delle condizioni di vita dei rom a Messina.
L’ignoranza determinata dalla non conoscenza della realtà rom messinese ha generato la falsa immagine dei rom mendicanti ai semafori delle strade cittadine. Le donne e i bambini del campo non sono mai ai semafori; i minori quando non sono a scuola, giocano o fanno i compiti come molti altri bambini messinesi.
La comunità rom chiede all’Amministrazione Comunale di abbandonare definitivamente l’ipotesi di Campo Italia, la volontà delle famiglie è già stata espressa con forza agli organi di stampa, al Commissario Sbordone, al city manager, al Consiglio Comunale, al Prefetto, senza provocare alcun cambiamento di rotta. Inoltre, si è assistiti ad un braccio di ferro tra l’amministrazione comunale e la protezione civile da un lato e le famiglie rom dall’altro al fine di modificare le condizioni igienico-sanitarie di San Ranieri ormai al collasso: si voleva che la comunità rom accettasse la destinazione finale di Campo Italia per migliorare le condizioni del campo. La comunità insorta contro questa decisione ha subito il mancato miglioramento dell’area, ovvero la realizzazione di minime strutture igienico sanitarie (WC e docce) e la risistemazione delle baracche distrutte dalle mareggiate. Ci si è limitato a distruggere l’esistente, il cancello divelto non è stato mai più riparato, dare qualche roulotte con il tetto rotto e delimitare il campo con una rete di plastica.
La comunità sostenuta da alcuni consiglieri comunali, provinciali, dall’Arci e da volontari sta già lavorando per trovare idonee sistemazioni alloggiative alle proprie famiglie:
CHIEDIAMO
Che la cittadinanza sottoscrivendo questo appello sostenga il diritto all’autodeterminazione della comunità rom di Messina , che sia ascoltata la sua volontà di non essere emarginata in aree lontane dalla città, prive di servizi ed escludenti in contrasto con i principi di una comunità solidale e democratica.

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14 ottobre 2004
sciopero della fame, mobilitazione nazionale Comitato Immigrati in Italia



Domenica 26 settembre a Roma è iniziato uno sciopero della fame, promosso dal Comitato Immigrati in Italia. Il 3 ottobre si è svolta una assemblea pubblica con 400 migranti e delegazioni provenienti da Napoli, Caserta, Milano, Brescia e Firenze. Domenica 10 la manifestazione romana ha chiesto la difesa dei diritti negati e l’abrogazione della legge bossi-fini. Sono state invitate tutte le forze antirazziste ed organizzazioni d'immigrati in Italia a organizzare nelle proprie città iniziative mettendo al centro della questione le rivendicazioni dei diritti degli immigrati in sostegno alle loro lotte.
Hanno già aderito associazioni, tavoli, reti. Domenica è iniziato lo sciopero della fame a Milano, a staffetta in molte città d’Italia, continuerà la lotta per chiedere:
1) La velocizzazione del rinnovo del permesso di soggiorno
2) Il riesame e l’accettazione delle 17.000 pratiche respinte con l’ultima sanatoria3) L’allungamento della durata del permesso di soggiorno a 4 anni per tutti4) L’autocertificazione del domicilio
Domani 12 ottobre ore 20:00 si terrà alla sede del Circolo Arci Thomas Sankara (Casa del Popoli) in Via Campo delle Vettovaglie, una assemblea per organizzare iniziative di solidarietà in difesa dei diritti di cittadinanza dei migranti.
MOBILZIN NACIONAL PER LEJE QENDRIMI
dhe per te drejtat oytetare te emigranteve ne Itali
Te ndalojme sulmin kunder te drejtave njerezore dhe te mbrojme hapesiren demokratike te dielen me 26 shtator ne Rome ka nisur nje greve urie, marre nga komiteti emigranteve ne Itali. Ne 3 Tetor zhvillohet nje tubin publik me 400 emigrant dhe delegacione te ardhur nga Napoli, Caserta, Milano, Brescia dhe Firenze. Te dielen ne 10 tetor zhvillohet manifestacion ne Rome, ku marrin pjese 3000 emigrante. Ku kerkohet mbrojtja e te drejtave te mohuara dhe heqja e ligjit Bossi-Fini. Jane te ftuar te gjitha forcat antiraciste dhe organizatat e emigranteve ne Itali te shapallin ne qytetin e tyre inisiativa mbeshtetese per te luftuar per te drejtat e emigranteve.
Arci nacionale eshte impenjuar per te perhapur mobilizim ne shkalle kombetare.
Komiteti i emigranteve ne Itali i ka kerkuar ministrit te puneve te brendeshme.
1) Riberjen e menjehershme te leje qendrimit;
2) Rishikimin e pranimin te 17.000 dosjeve (dokumentave) te shtyra te senatories te fundit;
3) zgjatjen e kohes te leje qendrimit 4 (kater) vjete per te gjithe;
4) te deklarohen me autocertifikate nga vete te interesuarit qendra e banimit.
Tashme me kete inisiative jane bashkuar shoqata dhe grupe te ndryshme.
Te dielen ka nisur greva e urise ne Milano dhe stafeta kalon ne shume qytete te italise, per te vazhduar luften.
Inisiativen e milanos e kane mbeshtetur nga sot ne mengjes (te enjten) date 14 tetor nje grup militanti nga Messina, te cilet shpallin greve urie:
- Dario De Salvo (Circolo Arci Thomas Sankara);
- Elshafie Idriss (Cgil- Centro Culturale Islamico di Messina);
- Pippo Martino ( Rete cittadina contro tutte le guerre);
- Patrizia Maiorana (Circolo Arci Thomas Sankara);
- Pina Paladino (Circolo Arci Thomas Sankara);
- Tania Poguish (Responsabile regionale Immigrazione PRC);
- Stefania Taviano (Università degli studi di Messina)
- Jeena Warnakulasuriya Fernando (Circolo Arci Thomas Sankara);
- Ibrahimi Agim (Albania)
Stafeta vazhdon ne te tjera qytete siciliane me mbeshtetjen te R.A.S (Rete Antirazzista Siciliana)
Ju presim ne qendren te Circolo Arci Thomas Sankara (Casa dei Popoli) ne rrugen Campo delle Vettovaglie (afer Mercato Ittico), tel 0906413730- 0906416254 circolosankara@tiscali.it.
Conferenza stampa: premten 15 tetor ora 10:00 c/o Circolo Arci Thomas Sankara;
Shpendarja e fleteve te volantit: te shtunen 16 ora 19:00 Piazza Cairoli;
Assemblea Pubblike: te dielen 17 tetor ora 10:30 Piazza Duomo.
Assemblea propozon nje platforme lokale e nje mbledhje urgjente te Consiglio Territoriale sull’Immigrazione.
MOVILITACIóN NACIONAL
por los permisos de residencia y los derechos de ciudadanía de los migrantes en Italia
Paramos el ataque a los derechos humanos y defedemos los espacios de democracia. El 26 de septiembre en Roma empezò una huelga de hambre, promovida por el Comitato de los Inmigratos en Italia. El 3 de octubre se desarollò una asamblea pública con la partecipación de 400 migrantes y delegaciones procedidas de Napoli, Caserta, Milan, Brescia y Florencia. El domingo 10 de octubre, la manifestación romana - que fue participada por más de 3.000 migrantes – pedì la denfensa de los derechos negatos y la derogación de la ley Bossi-Fini. Todas las fuerzas anti-racista y las organizaciones de inmigratos en Italia han sido envitados a realizar iniciativas que apoyen las reivindicaciones de los derechos de los migrantes. El Arci Nacional se empeñó para agrandar la movilitación hasta el ámbito nacional.
El Comitato de los Inmigratos en Italia pide al Ministro de los Asuntos Internos:
1) el renuevo inmediato del permiso de residencia;
2) el reexamen y el aceptación de los 17.000 tramites que el último saneamiento rechazò;
3) el ampliación de la durada del permiso de recidencia hasta 4 años para todo el mundo;
4) el autodeclaración del domicilio. Ya associaciones, redes y tavolas de concertación han adherido. El domingo pasado empezò la huelga de la hambre en Milan y la lucha seguirà dandose el cambio entre muchas ciudades de Italia.
MOBILISATION NATIONALE
pour les permis de séjour et les droits de citoyenneté des migrants en Italie
.
Arrêtons l’agression aux droits humains et défendons les espaces de démocratie ! Une grève de la faim, promue par le Comité des Immigrés en Italie, a été initiée à Rome le dimanche 26 septembre. Le 3 octobre une assemblée publique s’est déroulée, avec la participation de 400 migrants en provenance de Naples, Caserta, Milan, Brescia et Florence. Dimanche 10 octobre une manifestation à Rome, avec la participation de plus de 3.000 migrants, a demandé la défense des droits niés et l’abrogation de la loi Bossi-Fini. Toutes les forces anti-racistes et les organisations des migrants d’Italie ont été invitées à promouvoir dans leurs propres villes des initiatives de soutien aux revendications des droits des migrants. Des associations, des tables et des réseaux ont déjà adhéré. Dimanche 10 octobre a commencé aussi une grève de la faim à Milan, avec le relais en beaucoup d’autres villes italiennes : la lutte continue pour l’atteinte des objectifs visés. Le Comité des Immigrés en Italie a demandé une rencontre avec le Ministre des Affaires Intérieurs Pisanu pour la présentation des revendications suivantes :
· L’accélération du renouvellement des permis de séjour ;
· Le re-examen et l’acceptation des 17.000 dossiers refusés lors de la dernière régularisation ;
· Le prolongement de la durée des permis de séjour à 4 ans pour tous ;
· L’auto certification du domicile.
Dans ce cadre, les activités suivantes sont prévues à Messine :
· Grève de la faim migrant de l’aube de Jeudi 14 octobre.
NATIONAL STRIKE
para sa permit of stay at karapatan para maging citizenship ang manggagawa na straniyero dito sa Italia.
Linggo 26 settembre sa Roma nagumpisa na ang strike para sa pag gutom ang nag organisasiyon ng “Immigration Commitee sa Italia”. Noong Octobre 3 nagkaroon ng pulong ang 400 na manggagawa at lahat ng tao ay nagmula sa Napoli, Caserta, Milano,Brescia, at Firenze. Linggo io ang roman manifestation ay 3.000 manggagawa ang sumama. Humingi sila ng karapatan para pipendihan ang negative rights. Na aprobahan na noon ang batas Bossi-Fini naburahin na ngayon. Inimbita nila lahat ang organisasiyon ng manggagawa dito sa Italia na tulungan natin ang bawat bayan. Ang Committee Immigration sa Italia humihingi ng tulong na makipagisa tayo sakanila. Ang Committee sa Immigration sa Italia ito ang hinihiling nila sa nakakataas.
1) Ang pag renew kaagad ng permit of stay.
2) Na eksaminen ang 17:000 papel hindi nila tinanggap sa huling pagbibigay ng permit of stay.
3) Na Pahabain nila ng 4 taon ang permit of stay.
4) Na kapag kumuha sila ng certification ng kanilang tirahan puwedeng sila na rin ang pumirma.