lunedì 29 novembre 2010

Documento della Rete Antirazzista Messinese

AL PREFETTO DI MESSINA FRANCESCO ALECCI

A seguito dell’ incontro della delegazione della Rete Antirazzista Messinese con la dott.ssa Ianuzzi, tenutosi in Prefettura il 20 novembre per il sit-in organizzato all’interno della campagna “Tutti sulla gru!” contro gli effetti dell’emersione contributiva rivolta esclusivamente ai lavoratori domestici di settembre 2009, le inviamo la presenta richiesta di apertura di un tavolo istituzionale sull’emersione contributiva che nella attuazione si è rivelata una vera e propria “truffa”.

Tale richiesta è motivata dalla considerazione che le legittime istanze di migliaia di cittadini stranieri - il Ministero dell’Interno nell’ultimo rapporto Spi indica in 1787 le domande di “sanatoria” nella provincia di Messina - devono trovare delle risposte rispettose dei principi fondamentali della nostra costituzione, primo fra tutti il principio della non discriminazione.

Cittadini migranti discriminati nel loro diritto all’unità familiare, al diritto alla libertà di movimento, al diritto di fare rientro nel paese di origine, perché centinaia di persone di questa città sono ridiventate prigioniere della nostra Repubblica. Infatti, le lavoratrice e i lavoratori migranti che sono state/i sottoposte/i al foto segnalamento ed hanno effettuato la convocazione in questura, aspettano da troppi mesi il rilascio del permesso di soggiorno, unico titolo necessario per uscire e rientrare dal’Italia e dallo spazio Schengen, non avendo sul passaporto alcun visto d’ingresso.

I solleciti già presentati all’Ufficio stranieri della Questura di Messina, non risolvono ovviamente un problema di carattere generale, che non è stato affrontato dal Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, organismo che dovrebbe garantire i principi della trasparenza, della sussidiarietà, e dei tempi certi della conclusione delle pratiche amministrative, anche per il rilascio del permesso Ce per soggiornati di lunga durata, del permesso art. 19, del nulla osta al ricongiungimento familiare, trattate dalla Pubblica Amministrazione con tempi e modalità che contrastano con la normativa vigente.

Cittadini migranti relegati dalla legge in una condizione di “clandestinità” hanno espresso fiducia nello Stato, in un testo di legge la 109/2009, i cui motivi ostativi alla definizione positiva della pratica sono stati “reinterpretati” da una circolare emanata il 17 marzo dal Ministero dell’Interno, ben sei mesi dopo l’invio delle istanze.

Il rigetto delle istanze da parte dello Sportello Unico Immigrazione, che ha colpito decine di migliaia di stranieri in Italia, è la causa delle proteste eclatanti di Brescia e Milano, scelte estreme che dovrebbero parlare alle coscienze silenti di coloro che hanno accettato e voluto l’introduzione di un diritto speciale per i migranti.

Anche nella nostra città, numerosi migranti sono caduti nelle maglie della criminalità, molti sono i truffati da datori di lavoro che in cambio di ingenti somme di denaro, hanno presentato istanza di emersione. Datori di lavoro, che però non avevano i requisiti di legge, oppure hanno interrotto il rapporto di lavoro prima della convocazione al SUI, o addirittura hanno falsificato le istanze ed in ultimo hanno presentato decine di istanze per poi sparire nel nulla.

Auspichiamo che in questo caso non sia il migrante ad essere incriminato, poiché è stato lo stesso meccanismo della sanatoria ad aprire il mercato criminale della compravendita dei contratti, costringendo operai,commercianti,camerieri a trasformarsi in lavoratori domestici.

Alla luce di queste osservazioni

Chiediamo

l’istituzione di un tavolo istituzionale con Prefettura, Sportello Unico Immigrazione e Questura per valutare il rilascio di un permesso umanitario e di protezione sociale per coloro che hanno avuto un diniego dal SUI e abbiano le caratteristiche per la concessione e per valutare il rilascio di un permesso per attesa occupazione negli altri casi , ovvero quando il datore di lavoro ha comunicato l’interruzione del rapporto di lavoro prima della convocazione;

la convocazione urgente del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, su sollecitazione del circolo Arci Thomas Sankara, componente del Consiglio per l’Immigrazione, per affrontare i ritardi nella consegna dei permessi di soggiorno e confrontarsi sulle procedure utilizzate nella definizione delle pratiche relative a status permanenti : permesso Ce per soggiornati di lungo periodo, carta Ce per familiari di cittadini europei; a soggetti in espellibili : titolari di protezioni internazionali e famigliari di cittadini italiani, al rilascio del nulla osta al ricongiungimento familiare.

La Rete Antirazzista Messinese prosegue la propria campagna contro la “sanatoria-truffa” ma siamo certi che Lei darà seguito alle nostre richieste. 29/11/2010


sabato 27 novembre 2010

Tutti sulla gru arriva all'Università di Messina


Continua la mobilitazione della Rete Antirazzista Messinese contro la sanatoria-truffa, il meccanismo di regolarizzazione per colf e lavoratori domestici che ha costretto a salire dei lavoratori migranti su una gru a Brescia e su una torre a Torino. Domenica 28 novembre alle 17:00 assemblea sulle migrazione e “lezione” sugli effetti della sanatoria-truffa dentro l’Università in protesta. L’iniziativa è realizzata su invito degli studenti e ricercatori che hanno occupato il Rettorato per evitare l’approvazione del Ddl “Gelmini”. Le proteste si saldano perché entrambe richiamano ad un’idea di società includente, per fermare la deriva autoritaria e neoliberista che intende annientare gli spazi di democrazia e controllare la cultura ed i saperi. Dopo l’assemblea/lezione con il coinvolgimento di docenti universitari,animazione per i più piccoli a cura degli studenti universitarii.Un’ intero pomeriggio e serata dedicata alla campagna “Tutti sulla gru”.Inoltre, sarà portato sul tetto dell’Università uno striscione “Siamo tutti sulla gru : sanatoria per tutti” dai migranti che consegneranno agli studenti così le loro rivendicazioni.Lunedì 29 novembre consegna al prefetto di un documento con delle richieste di risoluzione su base cittadina della campagna.Inoltre, sono previste altre iniziative per la prossima settimana.

martedì 23 novembre 2010

20 novembre: tutti sulla gru, ma la mobilitazione continua

Oltre 200 persone, la maggioranza migranti, hanno partecipato al sit-in di sabato 20 novembre di fronte alla Prefettura, indetto dalla Rete Antirazzista Messinese per protestare contro la sanatoria-truffa. I manifestanti hanno affollato Piazza dell’Unità d’Italia per rilanciare i punti della mobilitazione sociale che, ormai da giorni, sono al centro delle rivendicazioni dei migranti di tutta Italia:

1. rilascio del permesso di soggiorno per chi ha partecipato alla “sanatoria truffa”;
2. prolungamento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro;
3. rilascio del permesso di soggiorno per chi denuncia il datore di lavoro in nero
o lo sfruttamento sul lavoro;
4. emanazione di una legge che garantisca il diritto di asilo;
5. riconoscimento del diritto di voto per chi vive in Italia da almeno 5 anni;
6. riconoscimento della cittadinanza per chi nasce o cresce in Italia.

Diversi gli interventi dei migranti che hanno voluto far sentire la propria voce: dalla denuncia degli effetti criminalizzanti della sanatoria, alla condizione di apartheid in cui versano tutti coloro che non hanno avuto la fortuna di nascere in Italia, alla negazione del diritto d’asilo in Italia, fino ad arrivare ai disagi relativi all’ambulantato cittadino, denunciati dalla comunità senegalese. Al termine del presidio una delegazione della Rete Antirazzista Messinese composta dall’Avv. Carmen Cordaro, Patrizia Maiorana, Claudio Risitano, Ferizaj Isuf, rom–kosovaro, e dal boliviano Renè Oscar Morales è stata ricevuta dalla dott.ssa Iannuzzi in rappresentanza del Prefetto di Messina. La delegazione ha esplicitato i temi della piattaforma nazionale richiedendo, inoltre, un incontro per affrontare la grave condizione dei migranti che hanno partecipato alla sanatoria anche a Messina. I punti principali da affrontare nella vertenza messinese, che saranno oggetto di un documento, saranno la concessione di un permesso di soggiorno per protezione sociale o motivi umanitari alle vittime della sanatoria e l’accelerazione del rilascio del 1° permesso di soggiorno a migranti che da anni non riescono a raggiungere le loro famiglie nel paese di origine perché è impossibile attraversare le frontiere con la sola ricevuta di Poste Italiane. Domenica 21 novembre, nei locali del Circolo Arci “Thomas Sankara” si è infine tenuta un’assemblea per decidere i prossimi passi della mobilitazione. Il presidio di sabato, infatti, può essere considerato un passaggio di una battaglia più ampia che proseguirà già domenica prossima con l’Assemblea nazionale del Movimento Antirazzista che si terrà a Firenze. Nel frattempo, si spera che l’attenzione dei media e della società civile intorno ai diritti dei migranti cresca, senza che nessuno sia più costretto a scalare una torre o una gru per essere ascoltato.

Circolo Arci Thomas Sankara per Rete Antirazzista Messinese
Via Campo delle Vettovaglie, snc 98122 Messina (ex Mercato Ittico - zona Stazione Ferroviaria)
tel/fax 0906413730 circolosankara@tiscali.it
http://arcisankara.blogspot.com

mercoledì 17 novembre 2010

Il Governo fermi le retate e le espulsioni punitive


Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci, e di Ilaria Silvia Scovazzi, responsabile immigrazione Arci Lombardia
Dopo 17 giorni la protesta dei migranti sulla gru di Brescia è finita e, mentre alcuni dei manifestanti sono riusciti a strappare un accordo, per migliaia di persone la situazione è drammaticamente la stessa, se non peggiore. Il rischio ora è che, nonostante le mobilitazioni di protesta continuino (prima fra tutte quella alla Torre Ex Carlo Erba di Milano), si spengano i riflettori sulla Sanatoria-Truffa e sulle sue ingiustizie, facendo calare un pericoloso silenzio anche su quello che sta accadendo a poche ore dalla fine della protesta sulla gru. Il Governo e le forze dell'ordine hanno infatti presentato il conto ai lavoratori stranieri di Brescia dando vita a una retata casa per casa in quella che potremmo definire una caccia al migrante, alla ricerca di una qualsiasi irregolarità amministrativa. La colpa di chi sta subendo queste "ritorsioni" è quella di aver osato alzare la testa e aver chiesto a gran voce che venissero rispettati i loro diritti.
Si usa ancora una volta la linea dura per nascondere le tante ingiustizie delle politiche che il Governo ha ideato con l'unico scopo di raccogliere facili consensi, calpestando i diritti di migliaia di persone. Esprimiamo solidarietà a tutti i cittadini stranieri che in queste ore rischiano l'espulsione e che sono attualmente rinchiusi nei Cie di Milano, Torino e Gorizia, e, tra i tanti, esprimiamo grande preoccupazione per Mohammed Mimmo, uno dei rappresentati più attivi della mobilitazione per il permesso. Mohammed è stato fermato mentre tornava a Brescia dopo aver partecipato al presidio allestito davanti al consolato egiziano di Milano e, portato in questura, è stato trattenuto perché privo del permesso di soggiorno. Chiediamo che vengano garantiti l'assistenza legale e il rispetto dei diritti a lui e a tutti i migranti che, dopo aver partecipato alle mobilitazioni, rischiano l'espulsione.Chiediamo al Governo di fermare le retate e le espulsioni punitive, un ulteriore sopruso sulla pelle di persone che hanno già sopportato troppo e a cui il Governo dovrebbe garantire, invece, le condizioni per costruirsi un futuro dignitoso nel nostro paese. Foto: 17 novembre Messina, Giornata del diritto allo studio

lunedì 15 novembre 2010

Tutti sulla gru!!!!

Domenica 14 novembre si è tenuta in contemporanea con l’assemblea nazionale antirazzista indetta dal Comitato Immigrati sotto la Torre di Via Imbonati a Milano, un’altra assemblea al circolo Arci Thomas Sankara di Messina promossa dall’Arci insieme alla RAM (Rete Antirazzista Messinese) con la partecipazione attiva di numerosi migranti e cittadini italiani per denunciare il meccanismo criminalizzante della sanatoria 2009 ed informare sui fatti di Brescia e Milano. In solidarietà ai ragazzi saliti sulla gru a Brescia si svolgerà il 20 novembre una giornata di lotta in ogni città d’Italia, hanno già aderito oltre Messina, Brescia, Milano, Parma, Trieste, Bologna, Vicenza, Padova, Massa Carrara, Bergamo e Genova, con la seguente piattaforma:
1. rilascio del permesso di soggiorno per chi ha partecipato alla “sanatoria truffa”;
2. prolungamento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro;
3. rilascio del permesso di soggiorno per chi denuncia il datore di lavoro in nero
o lo sfruttamento sul lavoro;
4. emanazione di una legge che garantisca il diritto di asilo;
5. riconoscimento del diritto di voto per chi vive in Italia da almeno 5 anni;
6. riconoscimento della cittadinanza per chi nasce o cresce in Italia
.
La RAM organizzerà SABATO 20 NOVEMBRE un presidio a oltranza davanti alla Prefettura a partire dalle ore 18. I manifestanti che decideranno di partecipare potranno, nella sede del circolo Arci Thomas Sankara, ideare, creare, scrivere e colorare il proprio striscione e/o cartellone usufruendo della disponibilità dell’artista serbo Danilo Adamovic, presente in sede già dal pomeriggio di martedì 16 novembre. La protesta dei migranti, sostenuta dalla Rete Antirazzista, , si unirà a quella degli studenti - insieme al Comitato per l’Acqua Pubblica e della Rete No Ponte - prevista per mercoledì 17 novembre alle ore 9 in Piazza Antonello che si protrarrà fino a mezzanotte davanti al Rettorato di Messina. Infine si convoca un’assemblea nazionale del movimento antirazzista per domenica 28 novembre a Firenze. Si chiede alle città di fare, nella misura del possibile, assemblee cittadine affinché l’assemblea nazionale possa essere un momento in cui si confrontino pareri e azioni già discusse nelle città.

Comunicato "Associazione Diritti per tutti"

Nel tardo pomeriggio di ieri, al termine di una manifestazione molto partecipata per esprimere sostegno ai quattro immigrati sulla gru di via San Faustino, alcune decine di persone totalmente estranee al presidio nei pressi della gru, sconosciute a noi e a tutti i partecipanti al presidio, all’improvviso e all’insaputa degli altri manifestanti, hanno per pochi minuti tentato di sfondare il fitto dispositivo di polizia e carabinieri che all’altezza della chiesa di San Faustino impedisce di avvicinarsi alla gru. L’unico risultato concreto ottenuto da chi ha compiuto quest’azione è stato lo scatenare altre cariche di polizia, dopo quelle che senza alcun motivo le forze dell’ordine avevano compiuto già lunedì 8 novembre. Anche ieri nel corso delle cariche polizia e carabinieri hanno operato fermi e pestaggi indiscriminati, che sono documentati dalle immagini video a disposizione di tutti. Non ci risulta che nel corso di questi fatti cose o vetrine abbiano subito danneggiamenti. Gli attivisti del presidio hanno fatto tutto quanto era nelle loro possibilità per riportare la calma fra i numerosissimi partecipanti in quel momento, mentre i pochi autori del tentativo di sfondamento subito fallito si stavano già dileguando. Ci sono volute decine di muniti e tanta fatica per riportare la calma. Soprattutto perché la tensione, anche tra i migranti, è oramai a un livello molto elevato. La responsabilità totale dell’innalzamento costante della tensione in tutti questi giorni è da attribuire al ministro degli Interni, all’Amministrazione comunale di Brescia, al Prefetto, ai più alti dirigenti della Questura di Brescia. Alla mancanza di qualsivoglia risposta positiva alle richieste dei migranti sulla gru da 15 giorni, si aggiunge il fatto, di inaudita gravità, che da giorni quelle quattro persone sono tenute in condizione di isolamento pressoché assoluto. Un vero e proprio stato d’assedio imposto dalle autorità appena elencate. Uno stato d’assedio che impedisce ai migranti sulla gru persino di comunicare con l’esterno, di ricevere una visita medica, indumenti. Di fatto, viene costantemente ostacolata e spesso impedita anche per più giorni consecutivi la stessa fornitura di cibo. Vengono tolte condizioni vitali che non possono essere negate a nessun essere umano, nemmeno in situazione di guerra. Contro quelle quattro persone, la loro dignità e il loro coraggio, è in atto una pressione talmente forte da diventare vera e propria vessazione. Siamo sulla soglia della barbarie. E la barbarie è impossibile da governare, per chiunque. Chiediamo con forza a tutti coloro che possono intervenire di muoversi con la massima urgenza per contribuire alla reale rimozione di questo stato d’assedio. Rinnoviamo a tutti e tutte l’appello a continuare con la massima partecipazione il presidio di sostegno in via San Faustino. Non lasceremo mai soli i ragazzi sulla gru. La loro lotta è la nostra lotta. Associazione Diritti per Tutti

giovedì 11 novembre 2010

Assemblea 14 novembre sui fatti di Brescia e Milano

Prima Brescia, poi Milano,
ora in Tutta Italia!
Rilanciamo la lotta per il permesso di soggiorno per tutti!
Dal 5 novembre un gruppo di immigrati è salito in cima alla torre ex Carlo Erba in Via Imbonati a Milano. Non scenderanno fino a che non verrà data risposta alla richiesta di veder riconosciuto il diritto a una vita dignitosa, che passa innanzitutto per l'ottenimento del permesso di soggiorno.In prosecuzione delle mobilitazioni degli ultimi mesi e come gli immigrati di Brescia, che alla fine di ottobre sono saliti su una gru della metropolitana, anche gli immigrati milanesi denunciano una situazione che coinvolge almeno 50mila persone, tutte truffate da una sanatoria farsa per la quale hanno sborsato migliaia di euro e da cui la maggioranza è rimasta esclusa.

Sosteniamo la lotta degli immigrati di Brescia e Milano
Partecipa
all'Assemblea che si svolgerà
domenica 14 novembre 2010
alle ore 10:00 al Circolo Arci Thomas Sankara.
Ecco i punti della mobilitazione nazionale:
1) rilascio del permesso di soggiorno per chi ha partecipato alla "sanatoria truffa";
2) prolungamento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro;
3) rilascio del permesso di soggiorno per chi denuncia il datore di lavoro in nero o lo sfruttamento sul lavoro;
4) emanazione di una legge che garantisca il diritto di asilo;
5) riconoscimento del diritto di voto per chi vive in Italia da almeno 5 anni;
6) riconoscimento della cittadinanza per chi nasce o cresce in Italia.

Circolo Arci Thomas Sankara
Via Campo delle Vettovaglie, snc 98122 Messina (ex Mercato Ittico - zona Stazione Ferroviaria)
tel/fax 0906413730 circolosankara@tiscali.it
http://arcisankara.blogspot.com

venerdì 5 novembre 2010

Al via la seconda edizione della rassegna cinematografica "Assaggi di Realtà"

Il circolo Arci “Thomas Sankara” partecipa alla seconda edizione di “Assaggi di Realtà”, la rassegna del cinema documentario organizzata dal Cineforum Don Orione, che si è aperta ieri al cinema Lux. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Arknoah e patrocinata dall’Assemblea Regionale Siciliana e dalla Federazione Italiana dei Circoli del Cinema, si snoderà lungo due settimane, dal 4 al 19 novembre. L’obiettivo è creare uno spazio di dibattito, moderato per l’occasione dai giornalisti Luciano Fiorino ed Elisabetta Reale, che stimoli la cittadinanza ad intervenire sui temi oggetto dei cortometraggi. Due le sezioni previste dalla rassegna: “Assaggi di Realtà” e “Premio Maestri del cinema documentario”. La prima prevede la proiezione di una serie di documentari di argomento sociale che verranno trasmessi per tre giovedì consecutivi, alle ore 20.30, presso i locali del cinema Lux. Ieri sera è stato proiettato il documentario “I love Benidorm”, di Gaetano Crivaro e Mario Romanizzi, cui è seguito un approfondimento sulla cementificazione selvaggia, sulla difesa del territorio e sui modelli di sviluppo per Messina. Giovedì 11 sarà la volta di “Goor”, una docu-fiction sull’odissea di venti immigrati realizzata da Alessandro De Filippo, al termine della quale si terrà un dibattito sul tema “Migranti e integrazione, la cultura del pregiudizio e il pregiudizio della cultura”, a cui prenderanno parte il vice-presidente del Circolo Arci “Thomas Sankara”, Patrizia Maiorana, e il presidente dell’Associazione Rom “Bakthalo Drom”, Isuf Ferizaj. Il 18 novembre, infine, verranno proiettate una serie di riprese documentaristiche sull’alluvione che il 1° Ottobre 2009 ha colpito la zona sud di Messina. La sezione “Premi Maestri del cinema documentario”, che è invece un’assoluta novità di quest’edizione, assegnerà due premi speciali a due registi che, per motivi diversi, sono meritevoli di considerazione. Si tratta del trentatreenne palermitano Gaetano De Lorenzo, autore di documentari nei quali racconta di assortite vicende umane, colte nella loro originalità, e di Francesco Alliata, che riceverà il Premio alla Carriera. L’ingresso alle proiezioni della sezione “Maestri del cinema documentario” è completamente gratuito, mentre per accedere ai singoli eventi di “Assaggi di Realtà” il costo è di 7 euro. La prevendita è attiva presso il cinema Lux. Per maggiori informazioni sul programma della rassegna è possibile contattare: assaggidirealta@gmail.com

martedì 2 novembre 2010

Diritto d'asilo negato



Reclusi per aver rivendicato un proprio diritto. È successo a Catania, poco dopo l’approdo di un barcone con a bordo un centinaio di migranti. Intercettato dalla Guardia di Finanza al largo di Riposto, lo scafo è approdato al molo 24 del porto di Catania a mezzogiorno di martedì 26 ottobre. Dichiaratisi di nazionalità palestinese, e quindi non respingibili perché provenienti da un paese in guerra, 128 migranti, di cui 46 minorenni, sono stati trasferiti in una struttura ricavata all’interno di un palazzetto dello sport alla periferia della città, il “PalaNitta” di Librino.
Qui sono scattati gli interrogatori della polizia che, su ordine della prefettura, ha impedito l’accesso alla struttura ai rappresentanti dell’UNCHR, di Save the Children e di O.I.M., enti di tutela, convenzionati con il Ministero dell’Interno, accorsi sul posto per prestare assistenza ai migranti ed informarli sull’accesso alla procedura d’asilo. Un divieto inaccettabile che è stato esteso anche all’ARCI e alla Rete Antirazzista: a nulla, infatti, è servito il provvedimento firmato mercoledì mattina dal PM Agata Consoli, cui è stata affidata l’inchiesta, che autorizzava i legali degli enti di tutela ad incontrare i migranti reclusi. La Prefettura si è infatti riservata il diritto di non adempiere alla disposizione del pubblico ministero, motivando la decisione sulla base di un “ripensamento” dello stesso magistrato.
Si è quindi consumata una grave violazione delle norme nazionali ed internazionali in materia di protezione umanitaria: in particolare, è stato vietato ad organismi internazionali di tutela di accertare la nazionalità di provenienza dei migranti. Nonostante non sia stata avviata alcuna procedura di identificazione, le forze dell’ordine hanno sempre sostenuto che non si trattasse di palestinesi, ma di egiziani, quindi rimpatriabili con effetto immediato. Ed è quanto successo nell’arco di 24 ore: mercoledì pomeriggio, i 46 minori, in ossequio alle leggi internazionali che ne vietano il respingimento indipendentemente dalla nazionalità, sono stati trasportati in una comunità cittadina. Destino diverso è toccato, invece, ai migranti adulti, prelevati in serata da sei blindati della polizia e trasferiti all’aeroporto di Catania. Qui si è consumata l'ennesima beffa: vista l'impossibilità di accedere ai locali del PalaNitta, l'ARCI e la Rete Antirazzista hanno chiesto alla Prefettura di poter incontrare in aeroporto i migranti, prima che venissero espatriati, per accertarne la nazionalità. Ma quando finalmente è arrivata l'autorizzazione del vice-prefetto, era ormai troppo tardi. Mentre all'avvocato dell'ARCI, Francesco Auricchiella, veniva concesso di entrare in aeroporto, erano già in corso le operazioni di decollo del charter con a bordo i migranti, pronti ad essere rimpatriati. Dove? In Egitto, naturalmente, da dove si “presume” fossero partiti. Tutto per colpa di una legge iniqua, quella sui respingimenti, varata nel maggio 2009, che viola palesemente l’art. 10 della nostra Costituzione, che prevede il diritto d’asilo per lo straniero al quale – si legge testualmente – “sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana”.