domenica 26 ottobre 2008

Appello per fermare l'Apartheid nella scuola


457 cittadine e cittadini maggiorenni il 19 ottobre in piazza del popolo per partecipare a "Discrimin-azione: in piazza contro il razzismo" hanno firmato il nostro appello per impedire l'avvio delle classi di inserimento per gli alunni stranieri nelle scuole cittadine. .
14 ore in piazza, numerosa la partecipazione migrante, di gran lunga inferiore quella italiana...
Continueremo la raccolta delle firme per tutto il mese di novembre presso la nostra sede in Via Campo delle Vettovaglie. Tra breve troverete dei banchetti per la raccolta delle firme in giro per la città. Discrimin-azione continuerà quindi a sensibilizzare ed organizzare forme creative di protesta..

Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci,
e di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci
Con la mozione Cota (dal nome del primo firmatario, deputato della Lega), approvata dalla Camera nella serata di martedì scorso, nascono le "classi di inserimento", riservate agli alunni stranieri che non supereranno i test per accedere alle classi ordinarie. La proposta impegna il governo a subordinare l'iscrizione dei ragazzi stranieri al superamento di test e specifiche prove di valutazione. Chi non li superasse, sarebbe costretto a frequentare delle vere e proprie classi speciali ("di inserimento"), in cui migliorare la conoscenza della lingua italiana, essere educati alla legalità e alla cittadinanza, seguendo un percorso formativo relativo sia alle conoscenza e comprensione di diritti e doveri (rispetto per gli altri, tolleranza, lealtà, rispetto della legge), sia al "rispetto per la diversità morale e la cultura religiosa del paese accogliente".Sembrerebbe una barzelletta, visto da che pulpito vengono le richieste. Invece è l'ennesimo provvedimento di dubbia costituzionalità che di fatto conferma un subdolo e pericoloso razzismo istituzionale e rischia di legittimare l'esplosione di violenza razzista che sta corrodendo la convivenza civile delle nostra comunità.Non ci sembra esagerato parlare di introduzione dell'Apartheid nella scuola. Si tratta infatti di una scelta tutta politica, che azzera le positive esperienze didattico-pedagogiche tese all'integrazione di questi ultimi anni, che hanno dimostrato come la lingua si impari molto più velocemente grazie all'inserimento nell'ambiente in cui viene parlata.I test, le classi speciali, aumenteranno le distanze; rafforzeranno, nell'immaginario dei ragazzi, l'idea di un "noi" e di un "loro", diversi al punto da richiedere una formazione particolare in luoghi fisicamente separati. La scuola, principale opportunità di incontro, riconoscimento e integrazione, si trasforma così in luogo di selezione e discriminazione.Chiediamo all'opposizione sociale e politica di mobilitarsi contro questo nuovo Apartheid; agli insegnanti e ai dirigenti scolastici di disobbedire.L'istruzione è un diritto universale. A tutte e tutti deve essere garantita parità di accesso.Le classi di inserimento forse sarebbero più adatte a qualche nostro concittadino, compresi alcuni politici che avrebbero bisogno di un corso sui diritti, i valori della tolleranza, il rispetto delle altre culture e religioni, i principi della nostra costituzione. Roma, 15 ottobre 2008