sabato 23 aprile 2011
venerdì 22 aprile 2011
Italia: cronaca di una "settimana santa"
Dalle carceri italiane la cronaca di un’altra “settimana santa”, che non è fatta di colombe e uova pasquali, di pranzi e celebrazioni liturgiche. Una settimana di “normalissima” disperazione, di tensioni e violenze, di suicidi, di decessi per droga e per malattia. Tre detenuti sono morti, uno per suicidio, uno per (probabile) overdose, il terzo per malattia. Altri tre hanno tentato di uccidersi, il primo tagliandosi la gola, altri due impiccandosi.
Nel solo mese di aprile sono morti 11 detenuti, di cui 5 suicidi, 2 per malattia e 4 per “cause da accertare”. Da inizio anno salgono a 50 i decessi nelle carceri italiane: 19 per suicidio, 21 per “cause naturali” e 10 per “cause da accertare”. La loro età media era di 35 anni, 15 erano stranieri e 35 italiani; 2 le donne: Loredana Berlingeri, di 44 anni, morta per “cause naturali” il 18 marzo nel carcere di Reggio Calabria ed Adriana Ambrosini, 24 anni, che si è impiccata lo scorso 3 aprile nell’Opg di Castiglione delle Stiviere (Mn).
Firenze, giovedì 21 aprile. Un detenuto nigeriano di 34 anni, W.D., si impicca con una maglietta alle sbarre della sua cella nel carcere di Sollicciano. Per mettere in atto l’intento suicida rientra dal cortile dei passeggi in anticipo rispetto ai compagni e pochi minuti gli sono sufficienti, quando lo trovano è già cadavere.L’uomo era in custodia cautelare con l’accusa di detenzione di droga e di rissa. Era stato arrestato il 5 ottobre scorso assieme alla sua fidanzata e a 3 connazionali dalla Polizia, accorsa per la segnalazione di una rissa tra extracomunitari. Gli agenti trovano 4 nigeriani che si stanno picchiando e una donna, anch’essa nigeriana, che prende a testate un muro urlando a squarciagola. I poliziotti volendo chiarire l'accaduto interrogano la giovane, che ha solo 18 anni e che racconta di essere appena tornata da Amsterdam per incontrare il proprio ragazzo, uno di quelli coinvolti nella zuffa. Gli agenti insospettiti decidono di recarsi nelle abitazioni dei coinvolti nella lite, accompagnati dalla ragazza. Mentre effettuavano il controllo la giovane si accascia a terra accusando mal di pancia. Accompagnata d'urgenza all'Ospedale le vengono trovati in corpo 20 ovuli contenenti cocaina.
Bologna, giovedì 21 aprile. Marzio Berti, detenuto 40enne, verso mezzogiorno si sente male e chiede di vedere il medico. Il sanitario lo visita e poi lo rimanda in cella, perché il malore sembra passato. Invece dopo pochi minuti ha una nuova crisi e crolla sul pavimento, ucciso da un arresto cardiocircolatorio. Inutile l’arrivo dell’ambulanza, l’uomo è senza vita, gli occhi riversi verso l’alto: sospetta overdose, scrive il medico del 118 nel referto. Di eroina, probabilmente tagliata male, entrata non si sa come nel carcere della Dozza. Marzio Berti, tossicodipendente da almeno 20 anni, stava scontando una condanna definitiva per furto, ma aveva alle spalle una lunga serie di reati, tra cui anche un omicidio. Era stato arrestato per la prima volta nel 1994 a Riccione, poco più che ventenne. Da allora, aveva fatto dentro e fuori dalle carceri. Un’esistenza segnata dall’emarginazione e dalla droga, che fa apparire più di una “tragica coincidenza” la morte del fratello minore di Marzio, anche lui tossicodipendente, anche lui ucciso da un’overdose mentre si trovava detenuto nel carcere bolognese, nel novembre 2006.
Palermo, giovedì 21 aprile. Fabio Tranchina, 40 anni, fermato martedì scorso fa dalla Dia di Palermo perché accusato di concorso nella strage di via D'Amelio, tenta per due volte il suicidio in una cella del carcere “Pagliarelli” di Palermo, dove è detenuto in regime di isolamento.
Voghera (Pv), mercoledì 20 aprile. Un detenuto italiano di 30 anni tenta di impiccarsi, approfittando dell’uscita del compagno di cella per “l’ora d’aria”, viene soccorso dagli agenti della polizia penitenziaria, che gli salvano la vita. L’episodio avviene in un periodo di particolare tensione nella Casa circondariale di via Prati Nuovi. Infatti, da circa una settimana una quarantina di reclusi in una sezione di alta sicurezza del carcere vogherese stanno facendo lo sciopero della fame.
Torino, mercoledì 20 aprile. Franco Livraga, 65 anni, muore a causa dell'aggravamento di una malattia di cui soffriva da tempo. L’uomo era stato condannato in appello a 13 anni di carcere, per reati legati allo sfruttamento della prostituzione, ed era in attesa della sentenza della Cassazione.
Trieste, martedì 19 aprile. Houssein Tahiri, detenuto 31enne di origini afghane, rifugiato politico in Italia dal 2007, tenta il suicidio tagliandosi la gola con una lametta nella sua cella del carcere Coroneo. Si salva, soccorso dall'infermiera in servizio in carcere e poi medicato dai sanitari del 118 chiamati immediatamente dalla direzione della Casa circondariale. “Voglio tornare nel mio Paese”, dichiara ai soccorritori. Precauzionalmente viene messo in una cella di isolamento. Arrestato il 25 marzo scorso, dopo che aveva dato fuoco volontariamente alla mansarda nella quale abitava, autoaccusandosi all’arrivo dei Carabinieri. Il 19 ottobre 2010 l’uomo si era cucito la bocca usando un ago e del filo. Un attimo prima aveva bruciato i suoi documenti, provocando anche allora un piccolo incendio nell'appartamento dove era stato accolto dal Centro italiano di Solidarietà. www.ristretti.org
Appello contro il dittatore eritreo Iseyas Afewerki
martedì 19 aprile 2011
Tornano i campi di lavoro e conoscenza dell’Arci !
I campi promuovono la cooperazione tra i popoli, la costruzione di percorsi di pace, il sostegno ai movimenti di emancipazione sociale e civile.
Attraverso i campi è possibile vivere la quotidianità della solidarietà internazionale, costruire ponti e relazioni tra comunità del Nord e Sud del mondo anche attraverso l’appoggio a partner locali con esperienza sul territorio.
Le mete proposte per quest’estate sono: Libano, Palestina, Rwanda, Brasile, Colombia, Mozambico, Marocco e per la prima volta Giordania e Kosovo.
Tante le attività previste: da quelle ludico -ricreative per bambini e ragazzi a quelle di conoscenza delle realtà locali, ai workshop fotografici, ai laboratori artistici, a incontri di dialogo e scambio, a lavori di sistemazione e allestimento di una casa di accoglienza per donne.
Per partecipare ai campi non sono richiesti requisiti particolari,basta essere maggiorenni, avere spirito di adattamento e disponibilità al confronto e alla conoscenza di altre culture. È auspicabile la conoscenza dell’inglese o della lingua del luogo in cui il campo si svolge. Prima della partenza sono previsti momenti di formazione obbligatori.
La quota di partecipazione comprende tutti i costi per la realizzazione del campo (aereo, spostamenti in loco, vitto, alloggio, assicurazione civile e sanitaria, accompagnamento, sostegno al partner locale).
Per iscriversi al campo in Mozambico c’è tempo fino al 25 aprile, per gli altri il termine ultimo per l’iscrizione è il 2 maggio 2011. È necessario prendere visione del regolamento pubblicato sul sito http://www.arciculturaesviluppo.it/ , per conoscere le modalità di iscrizione e i dettagli sui singoli campi e sulle modalità di partecipazione.
domenica 17 aprile 2011
Ventimiglia : quale libera circolazione?
Ventimiglia, 17 aprile 2011
sabato 16 aprile 2011
TUNISIA, IL TEMPO E’ ORA

TUNISIA, IL TEMPO E’ ORA
Cosa possiamo fare
1. La rivoluzione tunisina ha scelto la via democratica, che necessita un tempo per costruirsi. Ma i giovani che hanno fatto la rivoluzione hanno i tempi corti. La costruzione della democrazia ha dei tempi necessari: la definizione delle regole, l’elezione della Assemblea Costituente, la Costituzione, il nuovo Parlamento. I giovani che hanno fatto cadere il regime chiedono risposte pronte ai loro bisogni, in primo luogo il lavoro. L’energia positiva può trasformarsi presto in frustrazione, e diventare preda delle forze negative che approfittano degli spazi democratici, come il vecchio sistema di potere e gli islamisti. Possiamo fare qualcosa: una campagna per la ripresa del turismo, pressioni per un piano di cooperazione UE per la creazione di lavoro dignitoso, progetti immediati di microcredito.
2. La situazione economica dopo la rivoluzione si è aggravata. Il regime è caduto, ma si è anche fermata molta parte dell’economia. Il turismo internazionale, che costituisce una componente essenziale dell’economia, è fermo. Molti investitori stranieri hanno sospeso la produzione in attesa degli eventi. Le istituzioni transitorie non hanno la legittimità di mettere mano a piani di sviluppo. La pressione sociale è forte, e rischia di diffondersi il malcontento per la rivoluzione incompiuta. Possiamo fare qualcosa: accogliere i migranti per alleggerire la tensione sociale in questo momento delicato, poche decine di migliaia di persone non sono un peso per una Europa disponibile ad aiutare davvero, ma sono una grande mano per la Tunisia.
3. La Tunisia sta cercando di costruire la sua democrazia. Ma una democrazia vera ha bisogno di una forte e organizzata società civile. I giovani tunisini che hanno trovato il coraggio di scendere in strada non hanno mai conosciuto le opportunità che una democrazia offre per esprimersi, organizzarsi, contare. La voglia di partecipazione ha bisogno di strutturarsi, prima delle elezioni del 24 luglio e dopo. Comunque vadano le elezioni, la democrazia così sarà più forte e si potrà meglio difendere da qualunque minaccia. Possiamo fare qualcosa: costruire relazioni con i giovani, le donne, i cittadini in Tunisia, soprattutto nelle regioni periferiche, andarli a trovare e farli venire qui, fare interscambio su associazionismo e partecipazione, rafforzare le organizzazioni già esistenti.
4. Il regime tunisino ha firmato accordi capestro per il paese, sia sull’immigrazione che sul libero scambio. La democrazia presuppone la libertà di riscrivere la propria storia e la propria collocazione internazionale in autonomia, in una relazione di pari dignità. Possiamo fare qualcosa: fare pressioni per le revisioni dei trattati bilaterali e multilaterali, avviare un lavoro di revisione dei trattati con le organizzazioni sociali tunisine ed europee, coinvolgere esponenti di Parlamenti nazionali e istituzioni sovranazionali. documento ARCI
domenica 10 aprile 2011
Protezione temporanea per motivi umanitari per cittadini nord africani




E’ stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 81 dell’8 aprile 2011 il testo del decreto firmato dal presidente del Consgilio dei Ministeri per l’istituzione delle misure di protezione temporanea così come previste dall’art 20 del testo unico sull’immigrazione, per il rilascio di un permesso temporaneo di 6 mesi in favore dei cittadini provenienti dal Nord-Africa entrati in Italia dopo il 1 gennaio 2011 e fino alla mezzanotte del 5 aprile 2011.
mercoledì 6 aprile 2011
Sulla tragedia nel canale di Sicilia
Una tragedia tra le più gravi registrate negli ultimi anni: al momento in cui scriviamo risultano disperse almeno 250 persone delle 300 che trasportava il barcone affondato. Un bilancio che grava pesantemente sulle scelte portate avanti dal Governo italiano e dall'Unione Europea per affrontare il tema dell'immigrazione e la gestione delle frontiere.
Una tragedia così grave non si può imputare al fato, ma è direttamente legata all'impossibilità di ingresso in Italia e in Europa attraverso vie legali, alla completa assenza di un programma per i soccorsi in mare e, come abbiamo più volte denunciato, alla criminalizzazione degli immigrati e dell'immigrazione.
Non si può pensare di affrontare un'emergenza umanitaria preoccupandosi solo di non scontentare il proprio elettorato di riferimento. Si continua a fare propaganda mentre i diritti delle persone vengono ogni giorno calpestati e l'incolumità di migranti e profughi messa in pericolo. Come è dimostrato anche da questo naufragio la sola chiusura delle frontiere non ferma il flusso delle persone in fuga, ma le costringe a scelte disperate e a viaggi pericolosi pagati a caro prezzo.
E' necessario che venga aperto un canale umanitario che garantisca a richiedenti asilo e profughi la possibilità di entrare in Europa in sicurezza, evitando altre inutili morti. In particolare chiediamo di accogliere in Europa i 2000 profughi subsahariani che si trovano al confine tra Libia e Tunisia e i 5000 che si trovano ancora in Libia: migliaia di persone, già in fuga da paesi in guerra e poi bloccate nei campi profughi libici per colpa degli accordi tra il Governo italiano e Gheddafi. Una situazione che pesa sulla coscienza del nostro governo e che ha bisogno di un intervento urgente.
Lanciamo un appello a quanti solcano il canale di Sicilia affinché facciano tutto il possibile per prestare aiuto a coloro che tentano di approdare sulle nostre coste e chiediamo loro di mantenere alta l'attenzione perché non si verifichino più altre tragedie del mare. Comunicato stampa Arci
domenica 3 aprile 2011
Campo rom e adesso?
