sabato 16 aprile 2011

TUNISIA, IL TEMPO E’ ORA


TUNISIA, IL TEMPO E’ ORA

Cosa possiamo fare

1. La rivoluzione tunisina ha scelto la via democratica, che necessita un tempo per costruirsi. Ma i giovani che hanno fatto la rivoluzione hanno i tempi corti. La costruzione della democrazia ha dei tempi necessari: la definizione delle regole, l’elezione della Assemblea Costituente, la Costituzione, il nuovo Parlamento. I giovani che hanno fatto cadere il regime chiedono risposte pronte ai loro bisogni, in primo luogo il lavoro. L’energia positiva può trasformarsi presto in frustrazione, e diventare preda delle forze negative che approfittano degli spazi democratici, come il vecchio sistema di potere e gli islamisti. Possiamo fare qualcosa: una campagna per la ripresa del turismo, pressioni per un piano di cooperazione UE per la creazione di lavoro dignitoso, progetti immediati di microcredito.

2. La situazione economica dopo la rivoluzione si è aggravata. Il regime è caduto, ma si è anche fermata molta parte dell’economia. Il turismo internazionale, che costituisce una componente essenziale dell’economia, è fermo. Molti investitori stranieri hanno sospeso la produzione in attesa degli eventi. Le istituzioni transitorie non hanno la legittimità di mettere mano a piani di sviluppo. La pressione sociale è forte, e rischia di diffondersi il malcontento per la rivoluzione incompiuta. Possiamo fare qualcosa: accogliere i migranti per alleggerire la tensione sociale in questo momento delicato, poche decine di migliaia di persone non sono un peso per una Europa disponibile ad aiutare davvero, ma sono una grande mano per la Tunisia.

3. La Tunisia sta cercando di costruire la sua democrazia. Ma una democrazia vera ha bisogno di una forte e organizzata società civile. I giovani tunisini che hanno trovato il coraggio di scendere in strada non hanno mai conosciuto le opportunità che una democrazia offre per esprimersi, organizzarsi, contare. La voglia di partecipazione ha bisogno di strutturarsi, prima delle elezioni del 24 luglio e dopo. Comunque vadano le elezioni, la democrazia così sarà più forte e si potrà meglio difendere da qualunque minaccia. Possiamo fare qualcosa: costruire relazioni con i giovani, le donne, i cittadini in Tunisia, soprattutto nelle regioni periferiche, andarli a trovare e farli venire qui, fare interscambio su associazionismo e partecipazione, rafforzare le organizzazioni già esistenti.

4. Il regime tunisino ha firmato accordi capestro per il paese, sia sull’immigrazione che sul libero scambio. La democrazia presuppone la libertà di riscrivere la propria storia e la propria collocazione internazionale in autonomia, in una relazione di pari dignità. Possiamo fare qualcosa: fare pressioni per le revisioni dei trattati bilaterali e multilaterali, avviare un lavoro di revisione dei trattati con le organizzazioni sociali tunisine ed europee, coinvolgere esponenti di Parlamenti nazionali e istituzioni sovranazionali. documento ARCI