sabato 23 novembre 2013

Comunicato stampa n. 2 Pala Nebiolo

AVVISO PER LA STAMPA
Sottoponiamo agli organi di stampa cittadini l’esistenza della Carta di Roma siglata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (CNOG) e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) nel giugno del 2008, in risposta alle preoccupazioni dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) circa l’informazione concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti.


Il protocollo invita, in base al criterio deontologico fondamentale del rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati contenuto nell’articolo 2 della Legge istitutiva dell’Ordine, i giornalisti italiani, come riportato dal sito “Associazione Carta di Roma”: ad evitare la diffusione di informazioni imprecise, sommarie o distorte
A tutelare i richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime della tratta ed i migranti che scelgono di parlare con i giornalisti, adottando quelle accortezze in merito all’identità ed all’immagine che non consentano l’identificazione della persona, onde evitare di esporla a ritorsioni contro la stessa e i familiari, tanto da parte di autorità del paese di origine, che di entità non statali o di organizzazioni criminali. Inoltre, va tenuto presente che chi proviene da contesti socioculturali diversi, nei quali il ruolo dei mezzi di informazione è limitato e circoscritto, può non conoscere le dinamiche mediatiche e non essere quindi in grado di valutare tutte le conseguenze dell’esposizione attraverso i media.


Gli articoli pubblicati a mezzo stampa e on line di questi ultimi giorni, spesso sono stati redatti senza tener conto delle linee guida della Carta di Roma. La pubblicazione di foto che permette l’identificazione  di potenziali “richiedenti asilo” mette a rischio l’incolumità degli stessi. Per questa ragione vige il divieto di comunicare alle rappresentanze diplomatiche dei paesi di origine la richiesta d’asilo, al fine di evitare ogni possibile rischio di ripercussioni successivamente a un ipotetico ritorno in patria. Così come sono reali le ripercussioni per i familiari rimasti in patria, che spesso si traducono in violenze e sequestri.

Ci auguriamo, che in futuro, la stessa sensibilità adottata nei confronti dei migranti residenti in città, così come la corretta diffusione di informazioni legate alla questione del campo rom di villaggio Fatima, possa essere adottata anche per i richiedenti asilo.