giovedì 5 novembre 2009

20 anni dal crollo del Muro di Berlino. Contro tutti i muri, sempre!

A venti anni dal crollo del Muro di Berlino il mondo conosce nuovi muri e separazioni. Dalla Palestina al Messico, passando da Cipro, Ceuta e da tutti i centri di permanenza per immigrati attivi in Italia e nei paesi UE.

“Come un frutto marcio appeso a un albero morto” – questa la definizione del premio nobel per la letteratura, il tedesco Günter Grass - il Muro di Berlino crollò venti anni fa, segnando la fine della DDR e la liquidazione di una delle più evidenti eredità della guerra al nazifascismo: la divisione in due della Germania.
Dal 1961, anno di costruzione del muro, al 1989, anno del suo crollo, contro il Muro si infransero i sogni di milioni di persone appena uscite dalla dittatura nazista e dalla più grande e terribile guerra che storia ricordi. Oggi quel muro carico di murales e scritte colorate non è soltanto un’attrazione turistica o un cimelio per i pochi nostalgici della Guerra Fredda, ma un simbolo di pace e fratellanza, un monumento alla storia e alla necessità di imparare da essa.
L’umanità, però, mostra ancora una volta le proprie difficoltà a non commettere gli errori passati, ed erige muri di ogni tipo e in ogni luogo, separando culture, lingue, religioni e persone; e andando contro il carattere globalizzato di se stessa.

Dalla Palestina al Messico, passando da Cipro, dalle enclavi spagnole in Africa e dalle recinzioni di tutti i centri di permanenza per gli immigrati, la Storia continua a registrare i sogni spezzati di milioni di persone che non chiedono altro che una vita dignitosa.

Ufficio Stampa
Circolo Arci Thomas Sankara
Messina, Sicilia

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