TENDOPOLI PALA NEBIOLO
L’Arci
Territoriale di Messina e il Circolo Arci Thomas Sankara in relazione al
permanere di una prassi di non accoglienza dei richiedenti asilo in città,
denuncia:
·
L’istituzione permanente di un centro di
smistamento per richiedenti asilo a Messina. Un non-luogo, dove, ancora una volta, i migranti vengono trattati
come merce e il loro tempo di vita sospeso.
·
La chiusura di persone oggi provenienti dalla Siria
e dall’Egitto, minori, donne con bambini piccoli, dentro un campo da
baseball e la sistemazione delle stesse in una
tendopoli.
Di fronte a
questa situazione la
Prefettura è stata impermeabile a tutte le azioni di protesta
agite dai richiedenti asilo insieme agli antirazzisti di Messina. Per mere
ragioni di politica securitaria, il Prefetto non ha individuato un luogo
diverso rispetto a quello del Pala Nebiolo.
La Prefettura si
è completamente chiusa al dialogo sia
con la cittadinanza sia con l’Amministrazione Comunale che, in questi due mesi,
ha proposto luoghi ulteriori e diversi di accoglienza per i richiedenti asilo.
A questo diktat
della Prefettura, la risposta dell’Amministrazione Comunale non è stata
adeguata. Da subito, infatti, l’amministrazione avrebbe dovuto predisporre gli
opportuni accertamenti sanitari, posto che erano presenti dentro il Pala
Nebiolo 182 persone,tra queste, alcune affette da malattie come la scabbia e
non curate, con tre soli bagni, spesso senza acqua corrente e sempre fredda. Il
Sindaco avrebbe potuto emettere un’ordinanza di chiusura del Pala Nebiolo per
motivi di igiene e salute pubblica. Si è dovuto, invece, attendere che l’Asp,
in data 14 novembre come riportato dal comunicato stampa della Prefettura,
mettesse in evidenza l’inadeguatezza del posto per un uso di lungo periodo. La
risposta del Prefetto è stata immediata. Il centro sportivo non è adatto? Si
faccia una tendopoli!
Non altrettanto
rapida è stata la risposta dell’Amministrazione comunale che ha dichiarato a
Novembre la requisizione del villaggio
turistico “Le dune” per l’accoglienza dei migranti, che migliorerebbe il
livello di accoglienza materiale senza, tuttavia, scardinare l’idea e la creazione di un centro
concentrazionalista.
Il Comune
avrebbe dovuto ribadire con fermezza che l’unico modello di accoglienza
possibile è quello del Sistema Nazionale di Protezione per Richiedenti Asilo e
Rifugiati dei Comuni italiani.
Chiediamo
·
La chiusura di tutti i “centri di smistamento” sul
territorio italiano e la loro non
istituzionalizzazione, anche in chiave “emergenziale/umanitaria”.
·
La chiusura immediata della tendopoli per
violazione dei diritti umani e del diritto alla salute.
·
L’immediato trasferimento dei minori, dei casi
vulnerabili e delle donne in strutture protette, rimandando la loro eventuale
identificazione in tali strutture.
·
Che il Comune faccia propria la nostra istanza alla
Prefettura e alla Questura di Messina, e quindi, richiedere, quello che è già accaduto a Lampedusa,
Siracusa e Catania per i siriani e, cioè, di non procedere all’identificazione
dei richiedenti asilo, attraverso i rilievi segnaletici per non incorrere nelle
maglie del regolamento Dublino.
·
Che vengano rispettati, in ogni caso, i diritti
umani e non venga fatta violenza nell’eventuale procedura di rilievi
segnaletici.
·
Che vengano concesse le autorizzazioni all’ingresso
nel centro agli enti di tutela, come previsto dalla normativa.