lunedì 6 dicembre 2010

Ecco chi sono gli «angeli dei rom»

MESSINA - Sono una sessantina i rom stanziali a Messina e abitano da vent’anni in riva allo Stretto, nella cosiddetta Zona Falcata dove dovrebbe essere realizzato l’agognato water-front, tra topi e mareggiate, fogne e tsunami. E, se non avessero avuto alcuni angeli custodi che da sempre li proteggono, a quest’ora sarebbero stati sbattuti via, come “rifiuti umani”, perché poveri, perché inermi, perché ultimi. Ma chi sono questi angeli custodi? La Caritas in primis, anche se la Curia, per bocca dei suoi vertici, l’Arcivescovo Marra prima e La Piana dopo, sollecitati a regalare uno dei tanti terreni avuti in lascito da fedeli defunti, ha sempre promesso vagamente ma mai mantenuto. E poi Renato Accorinti, il paladino dei diseredati. E, ancora l’avvocato Carmen Cordaro, capofila, insieme al circolo Arci Thomas Sankara, del Fronte cittadino che, nella primavera del 2009, ha bloccato, nella sua qualità, un’ordinanza di sgombero firmata dall’Autorità portuale.

Ha inoltre cercato di mettere a posto diverse situazioni di irregolari, rifugiati provenienti dal Kossovo, casi di apolidìa, il tutto con l’obbiettivo prioritario di risolvere giuridicamente il problema abitativo con un ricorso al Tar di Catania contro il Comune di Messina e l’Autorità portuale. Poi, forte di una sentenza del Tar che, pur rigettando la richiesta di sospendere lo sgombero, intima alle Amministrazioni «di procedere con la necessaria e opportuna gradualità, tenuto conto degli interessi di particolare rilevanza in quanto coinvolgono minori nelle operazioni di sgombero» , ha continuato la sua lotta nella direzione di una integrazione più sostanziale di queste persone emarginate nella coscienza dei più. Nascono pertanto, nel corso di quest’anno, iniziative che si sviluppano nello spirito della solidarietà e della collaborazione.

I rom puliscono dalle erbacce l’aiuola spartitraffico di fronte al Policlinico e ancora quella antistante al Baby Park, poi è la volta di un ballo popolare a Contesse, nella periferia sud della città di Messina, dove cittadini messinesi si mescolano al ritmo di musiche allegre a cittadini rom. Si aprono anche parrocchie e villaggi. «L’integrazione si può realizzare», dice con un sorriso gratificato, la Cordaro. Così il Comune prende coscienza del fatto che la vicenda rom va risolta. E, gli odiati “zingari”, sembrano finalmente imbattersi nella fortuna perché l’assessore alle politiche della famiglia è Dario Caroniti, che, pur permeato di cultura di destra, prende a cuore la vicende umane dei rom messinesi. E dichiara: «Sono state reperite, provvisoriamente, sei abitazioni per sei famiglie con bambini. Per le altre quattro stiamo cercando di provvedere. Poi, per la sistemazione definitiva, siamo orientati a scegliere un sito per il quale si prevede un progetto di autocostruzione da parte dei rom, con progetti e materiali forniti dal Comune cui seguiranno regolari contratti di affitto». Ascoltando l’Assessore sembra di sognare. Ma sarebbe un sogno che il popolo dei rom ha già pagato in anticipo, avendo vissuto per vent’anni in una condizione “un gradino al di sotto dell’uomo”.

Adele Fortino
30 novembre 2010
(Corriere del Mezzogiorno)