sabato 29 dicembre 2012

2013.......................


Auguri.....
Il Circolo Arci Thomas Sankara riprenderà le proprie attività il 7 gennaio 2013.
Nel frattempo potete partecipare alle iniziative del Teatro Pinelli , guarda la programmazione https://www.facebook.com/notes/teatro-pinelli-occupato/programmazione-teatro-in-fiera-pinelli-occupato-dicembre-gennaio-/319166828197594.

Per ottenere un cambiamento radicale
bisogna avere il coraggio d’inventare l’avvenire
Thomas Sankara (1949-1987)
 
Caro/a socio/a,
nel farti gli auguri per capodanno vogliamo invitarti a trascorrere la notte di San Silvestro insieme al direttivo del circolo, al Teatro Pinelli Occupato.
Il programma della serata prevede alle 21.00 la cena sociale nei locali dell'Irrera a Mare (dentro la Fiera), e poi aspetteremo la mezzanotte lungo la passeggiata a mare per riappropriarci di uno dei luoghi più suggestivi della nostra città. Come nelle grandi capitali europee, la piazza diventa luogo di partecipazione e condivisione collettiva.
Sei invitato a portare qualcosa: cibo, bevande, musica, fiaccole, se lo vorrai. Comunque sarai il benvenuto! 
Dal 7 gennaio sono aperte le iscrizioni e le prenotazioni per:
Laboratorio di lingua tedesca
Serata araba per  il ciclo il mondo in tavola, venerdì 25 gennaio ore 20:30

lunedì 10 dicembre 2012

Sovetskaya Nostalghia!

Il secondo incontro del ciclo "Il mondo in tavola" (esperti madretavola presentano cene tematiche con approndimenti culturali) ci presenta una tipica serata del periodo "sovietico", con cibo e atmosfere culturali antecedenti al 1991.
 SOVETSKAYA NOSTALGHIA! culture gastronomiche dalle ex Repubbliche Sovietiche
AMBIENTAZIONE, FILM E MUSICA
VENERDì 21 DICEMBRE ORE 20:30
ingresso riservato ai soci arci (il socio può essere accompagnato da 1 familiare o dal partner non tesserato)
L'ingresso per i nuovi soci è di € 19,00, comprensivo di cena e tesseramento.
E' richiesta la prenotazione, (tutti i giorni dalle 18 alle 21) tel 0906413730 entro il giorno prima. 
La cena sarà servita ai tavoli è richiesta la puntualità, ingresso sino alle 21:15.

15 dicembre inziativa contro la manifestazione di Forza Nuova

l 15 dicembre 2012 i fascisti di Forza Nuova intendono sfilare per le strade del centro di Messina: un corteo regionale "contro l’europa delle banche e il governo delle tasse" si preparerebbe dunque a covare le 'uova di serpente' del pensiero autoritario nella pancia e nel cuore di una città stritolata dalla crisi - almeno in alcuni strati sociali, la cui estensione eccede forse i nostri strumenti di misurazione.
Una città umiliata dall’inadeguatezza dei suoi ceti dirigenti e ferita nei suoi legami sociali

dalle politiche di austerità imposte dal governo Monti (tramite plebisciti parlamentari che dovrebbero pur dirci qualcosa, sulla gravità della febbre della nostra democrazia).
Sottopelle, sottotraccia, oppure affiorando lì dove spesso non sappiamo riconoscerlo, un misto di paura, rancore e dolore sociale diventa, poco a poco oppure con brusche accelerazioni, senso comune: e quando le prospettive di futuro sono inghiottite da un presente che divora dignità e aspirazioni, ad un corpo sociale livido di fratture può succedere di tutto.
La crisi economica, il suo carico fatto pesare sulle spalle più fragili da chi detiene le leve del potere finanziario e delle politiche pubbliche, può essere un’occasione: un prisma attraverso cui guardare per ripensare molte cose.
Per riaprire una discussione collettiva su come stiamo e su come potremmo stare meglio.
Per scegliere con coraggio di non arrendersi a rapporti sociali segnati dal dominio di pochi e dalla soggezione di molti come ci si arrende di fronte ad una fatalità immodificabile.
Per cucire le tante solitudini dentro una trama collettiva che evochi e pratichi la possibilità di ribellarsi facendo vivere un’altra idea del mondo e delle relazioni tra le persone: lottando affinché gli studenti e le studentesse che hanno occupato le scuole e invaso le piazze, i lavoratori e le lavoratrici meridionali e migranti che rivendicano salario e rispetto, si coalizzino per far "pagare la crisi" a chi l’ha prodotta e non a chi la subisce quotidianamente.
Oppure può succedere che il paesaggio sociale che abbiamo provato a tratteggiare diventi il terreno di coltura di una semina cattiva – populista e xenofoba, sessista e omofoba. Il fascismo e il nazismo si sono insediati nel cuore dell’Europa, tra gli anni venti e gli anni trenta del 900, sfruttando proprio quel mix esplosivo che sono, insieme, la disoccupazione di massa, il senso di insicurezza diffuso e la recessione galoppante.
“Sei disoccupato, precario, sfruttato a lavoro oppure sul punto di essere sfrattato da casa? Tieni una clava, di ferro o di sillabe scandite in un coro razzista allo stadio, e puntala contro lo straniero che ti ruba il lavoro, contro l’omosessuale che mette in discussione l’ordine familiare tradizionale, contro ogni diversità che non è più una ricchezza ma un capro espiatorio a portata di mano su cui veicolare le tue angosce. Abbi paura dello zingaro sul pianerottolo della tua quiete e della tua inquietudine domestica, ma fregatene se il diritto al reddito e alla casa, la sanità e l’istruzione pubblica sono un privilegio per pochi e non un bene comune a disposizione di tutti e tutte – quale che sia la quantità di soldi nel portafogli, il colore della pelle, l’orientamento sessuale”.
Questa semina cattiva può attecchire, sedimentare, diventare contagiosa, sfigurare ulteriormente il volto delle nostre società. I codici culturali che la alimentano sono già in larga misura presenti e stratificati nelle politiche dei governi che criminalizzano i poveri, nella nostra assuefazione a quei lager che sono i centri di identificazione e di espulsione dei migranti, nel ‘’me ne frego” dipinto nelle facce di molti di fronte alle ingiustizie ed ai soprusi sui più deboli, nella gerarchizzazione dentro i luoghi di lavoro, nelle viscere dei nostri territori.
Questa ci pare essere, quotidianamente e non solo dentro un’occasione episodica, la posta in gioco. In che modo attraversare la crisi, in che modo lottare per uscirne.
Il 15 dicembre è una tappa di questa lotta.
Non possiamo accettare che lungo le vie della nostra città echeggino le parole d’ordine del sopruso e della sopraffazione - magari inframmezzate da qualche fragile, impettito, slogan contro gli stessi ‘’poteri forti’’ per conto dei quali, sempre, i fascisti di questo paese si sono mobilitati a seminare il terrore e la tensione come un argine contro le lotte sociali (contro la capacità di quelle lotte di modificare in meglio la quotidianità delle persone, diventando contagiose): piazzando bombe nelle stazioni, sprangando e talvolta uccidendo “ricchioni” e “tossici”, agendo da braccio armato a tutela di rapporti sociali diseguali e feroci.
Non possiamo accettarlo perché pochi giorni fa nel nostro paese un ragazzo di 15 anni, omosessuale, si è suicidato sotto l’urto di un’aria irrespirabile per i ‘’diversi’’: un’aria cattiva contro cui noi vogliamo dispiegare tutta la determinazione dei nostri corpi e dei nostri polmoni. E Forza Nuova, invece, nei suoi documenti, nei suoi volantini, nella sua pratica politica, afferma con violenza che l’omosessualità è una malattia da curare con una 'pedagogia' autoritaria e discriminatoria.
Non possiamo accettarlo perché dal tunnel della crisi si esce solo imboccando una strada diversa.
Per questo sentiamo di dover unire le nostre voci a quelle di chi in questi giorni sta chiedendo alle pubbliche autorità di vietare un corteo di chiara matrice fascista, dunque organicamente anti-costituzionale.
Per questo, soprattutto, rivolgiamo un intenso appello a tutte e a tutti coloro per i quali l’antifascismo non deve vivere dentro una dimensione ritualistica e cerimoniale ma dentro lo sforzo quotidiano di una lotta per l’uguaglianza, la giustizia sociale, la libertà - quella vera, che risiede nella partecipazione: non quella di plastica, e neppure quella servile.

Quel giorno riprendiamoci le strade, opponiamoci con un presidio alla lugubre sfilata di svastiche e croci celtiche, di ignoranza e pregiudizi.
Impegniamoci a colorarle con una street antifascista e antirazzista.

E, soprattutto, da qui a quel giorno lanciamo nel cuore della nostra città, sperando accada anche nelle altre città della nostra regione, una discussione aperta e franca sulla necessitata attualità dell’antifascismo oggi, al tempo della crisi. Una discussione collettiva sulla necessità di demistificare i codici culturali contro cui ci battiamo giorno dopo giorno, e di disinnescare con forza ed intelligenza, con duttilità ed intransigenza, tutte le iniziative che intendono riprodurli, alimentarli, eternarli.
No pasaran.
Laboratorio "Luogo comune"
Assemblea antifascista
APPUNTAMENTO SABATO 15 DICEMBRE PIAZZA CAIROLI 10:30 - 11:00
L' Arci si riconosce nei valori democratici nati dalla lotta di liberazione contro il nazifascismo, valori che trovano piena affermazione nella Costituzione repubblicana, così recita lo statuto della nostra associazione, scritto nel dopoguerra in risposta agli anni di dittatura fascista e alla repressione sfociata spesso nel sangue di migliaia di compagne e compagni, che durante il ventennio, operavano nelle società di muto soccorso da cui l'Arci ha avuto origine.
Il Circolo Arci Thomas Sankara sarà presente alla manifestazione "Non si torna indietro" organizzata in risposta al corteo di Forza Nuova a Messina, organizzazione di stampo neofascista, xenofoba e razzista, di sabato pomeriggio.

Aderisce alla manifestazione il Comitato Territoriale Arci Messina, che rappresenta le decine di circoli arci presenti nella provincia di Messina, presidi democratici per l'uguaglianza e la giustizia sociale.

Non possiamo restare in silenzio, ti aspettiamo per dire no AL NEOFASCISMO - AL RAZZISMO - ALLE CAMPAGNE DENIGRATORIE E VIOLENTE CONTRO GLI STRANIERI - A CHI SI OPPONE ALLA CONCESSIONE DELLA CITTADINANZA ITALIANA AI RAGAZZI/RAGAZZE DI ORIGINE STRANIERA NATI IN ITALIA - A CHI VUOLE RITORNARE AL CONCORDATO CON LA CHIESA DEL 1929 ED ANNULLARE LE BATTAGLIE DI LIBERTA' DELLE DONNE - ALL'OMOFOBIA - A UN'ORGANIZZAZIONE ILLEGALE CHE TRADISCE LA NOSTRA COSTITUZIONE I CUI FONDATORI SONO STATI CONDANNATI PER BANDA ARMATA ED ASSOCIAZIONE SOVVERSIVA

Perchè l'Italia rimanga un paese democratico

Street

martedì 20 novembre 2012

Fermare e isolare Netanyahu, non lasciare Gaza sola

Non abbiamo esitato a esprimere in questi mesi la nostra solidarietà alle popolazioni del sud-Israele così come a quelle di Gaza, vittime di chi sceglie a Tel Aviv come a Gaza l'uso delle armi. Siamo convinti che oggi il modo migliore per esser loro vicini è la dura condanna e l'isolamento internazionale del governo israeliano.
La grande offensiva militare che sta lanciando, chiamata ”colonna della difesa”, metterà ancora a ferro e fuoco la striscia di Gaza con l'obiettivo di dar seguito al lavoro iniziato, e in qualche modo per loro interrotto, con piombo fuso.
Occorre impedirglieloOccorre alzare la voce e isolare Netanyahu.
Il suo cinismo, grazie al colpevole silenzio della comunità internazionale, sta oltrepassando ogni limite. Vittima sacrificale l'intera popolazione di Gaza. La sovradimensionata “autodifesa”, l'uso spregiudicato dell'opzione militare, promossa da Netanyahu, ha l'obiettivo di spostare l'attenzione dell'elettorato israeliano dai problemi sociali alla sicurezza, di sabotare l'iniziativa palestinese di richiesta all'Onu di riconoscere la Palestina come stato non membro, di lanciare segnali minacciosi allo stesso Abu Mazen, ai fratelli musulmani al potere in Egitto, all'Iran.
Oggi la situazione nel Medioriente è diversa dai tempi di piombo fuso. Sono cambiati gli equilibri regionali, altri protagonisti si sono affermati, la crisi siriana coinvolge l'intera regione. Aggiungere tensione e fiamme a un equilibrio precario può far precipitare nel caos e nella violenza l'intero Medioriente.
Anche per questo occorre fermare e isolare Netanyahu.
L'escalation di violenza promessa da Netanyahu si inserisce in un contesto di stallo grave del processo di pace israelo-palestinese, conseguente a politiche di fatto compiute da parte del suo governo in questi anni, che, come ha dichiarato l’Unione Europea il 5 luglio scorso, non solo mettono in mora il processo di pace, ma rischiano di rendere impossibile la soluzione dei due stati per due popoli.
La risoluzione UE cita l'insediamento di nuove illegali colonie, il continuo abbattimento di case e infrastrutture palestinesi, l'isolamento di Gerusalemme est, la deportazione di popolazione, il blocco della striscia di Gaza, ecc.
Anche per questo, nell'interesse dello stesso popolo israeliano, occorre fermare e isolare Netanyahu.
Alziamo la voce della società civile, chiediamo con forza al governo italiano, all'Unione Europea, alla comunità internazionale di rientrare dalla propria colpevole latitanza, di non essere né indifferente, né complice. Spetta a loro fermare Netanyahu e costringere il governo israeliano a percorrere la via della pace fondata sui diritti di tutti, palestinesi e israeliani, sulla fine dell'occupazione.
Paolo Beni
Flavio Mongelli

23 novembre incontro con lo Sri Lanka, l'isola di Ceylon

Il primo incontro del ciclo "Il mondo in tavola" - esperti madretavola  presentano cene tematiche con approndimenti culturali - è dedicato all'isola di Ceylon, la Repubblica democratica socialista dello Sri Lanka.
La cucina singalese risulta influenzata, oltre che dalla vicina India, dalle usanze gastronomiche dei mercanti e degli invasori del passato: portoghesi, olandesi e malesi.
Il menù prevede una variazione alla tradizione singalese dello stare a tavola al fine poter apprezzare il rapporto tra le singole pietanze e l'uso delle spezie.  

ingresso riservato ai soci arci 
(il socio può essere accompagnato da 1 familiare o dal partner non tesserato)
E' richiesta la prenotazione, (tutti i giorni dalle 18 alle 21) tel 0906413730 entro il giorno prima. 

 
Un modo gustoso di sostenere un soggetto politico rivoluzionario, interluogo di crocevie del mondo.

martedì 16 ottobre 2012

Chiusura Sanatoria 2012



Un’occasione mancata
Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci

Si chiude alla mezzanotte di oggi la procedura che avrebbe dovuto consentire l’emersione alle centinaia di migliaia di lavoratori stranieri che lavorano in nero. Il bilancio, sulla base della quantità di domande presentate (meno di 120mila), non può dirsi certamente positivo e fa parlare di ‘occasione mancata’, con conseguenze negative non solo per gli interessati, che continueranno nella loro condizione di irregolari, ma anche per le casse dello stato, visto il mancato gettito fiscale. Costi troppo alti, procedure complesse, requisiti impossibili e poca chiarezza hanno contribuito al mezzo fallimento di un provvedimento che in tanti attendevano.
La sua efficacia è stata sacrificata sull’altare degli interessi contrapposti della ‘strana maggioranza’ e persino la richiesta di allungare i tempi del provvedimento non ha avuto al momento alcun esito. Eppure  il parere dell’avvocatura dello stato che faceva un po’ di chiarezza su uno dei punti più controversi è arrivato soltanto a pochi giorni  dalla chiusura e quindi una proroga sarebbe più che giustificata.
Il risultato è che probabilmente nemmeno un quinto di chi avrebbe potuto accedervi ne ha usufruito, e quasi il 90% delle domande presentate riguardano lavori domestici e di cura, cioè quelle categorie di lavoratori per i quali non era richiesto il requisito del tempo pieno e i costi, rispetto ad altri tipi di lavori, decisamente
inferiore. Chi ci è riuscito, è probabilmente corso a farsi assumere in questi ruoli pur di ottenere la regolarizzazione, anche se probabilmente il suo lavoro reale è di tutt’altro tipo. Cose già viste nelle scorse regolarizzazioni, che avevamo puntualmente segnalato, ma che nessuno ha voluto prendere in considerazione.

Altro potente deterrente, come abbiamo più volte denunciato, è stata la prevista disparità di trattamento tra lavoratore e datore di lavoro in caso di non accettazione della domanda. Il secondo avrebbe rischiato al massimo una multa, mentre per lo straniero sarebbe scattata l’espulsione.


Ma da domani cominceranno le difficoltà per tutti. Saranno infatti pienamente operative le sanzioni introdotte dalla Direttiva europea n. 52, particolarmente severe nel caso venga riconosciuto lo sfruttamento. In questo caso il lavoratore che presenti denuncia a carico del datore di lavoro potrà ottenere il permesso di soggiorno per la durata del processo, un po’ poco per trovare il coraggio di una denuncia che potrebbe risolversi in un’espulsione.
Si sarebbe potuta affrontare questa nuova fase in un contesto  radicalmente diverso, con la maggior parte delle situazioni sanate. Così non si è voluto fare e a pagarne le conseguenze saranno come al solito i più deboli. Ci chiediamo, come in altre occasioni, il perché e a chi giova.
DATI DEL MINISTRO DEGLI INTERNI
DICHIARAZIONE DI EMERSIONE:
- Moduli inviati totali presentate in Italia  134.576
- Moduli inviati totali presentate in Sicilia 2272
- Moduli inviati totali presentate a Messina 762
 

Catania, 634
Trapani, 230
Agrigento, 257
Trapani, 230
Siracusa, 200
Caltanisetta, 149
Enna. 22

giovedì 4 ottobre 2012

Sanatoria 2012: Novità sulla definizione di organismi pubblici

 Oggi è stato divulgato il parere dell'Avvocatura  dello Stato sulla interpretazione dell'art. 5 del Decreto Legislativo n. 109 del 2012 sulla regolarizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori stranieri irregolari.
Maggiori possibilità, leggete attentamente le ipotesi....



Appello per la manifestazione nazionale del 6 ottobre



I venti di guerra soffiano nuovamente sul Mediterraneo; la Sicilia, da settant’anni occupata dall’esercito degli Stati Uniti, continua a subire un ruolo centrale nella strategia militare sia NATO che statunitense. A Niscemi proseguono senza sosta i lavori di costruzione del Muos, che attraverso le sue enormi parabole permetterà il flusso planetario delle informazioni militari; Sigonella
Capitale mondiale dei droni (Global Hawk, Predator, Reaper) è in prima linea nelle politiche di attacco, come avviene da tempo con le guerre in Iraq, Afghanistan, Libia, ecc.
Il Muos, in costruzione dentro la Sughereta di Niscemi, Sito di Interesse Comunitario, è nocivo per la salute dei siciliani; nel breve e medio periodo l’esposizione alle sue microonde provocherà gravissime patologie, come tumori di vario tipo, leucemie infantili, infarti, melanomi, linfomi, malformazioni fetali, sterilità, aborti, mutazioni de sistema immunitario ecc.; esso grava su un territorio già stuprato dal Petrolchimico di Gela e dalle 41 antenne della base della marina militare USA NRTF, operanti anch’esse all’interno della Sughereta, le cui emissioni elettromagnetiche violano sistematicamente, dal 1991, i limiti previsti dalla legge.
L’ambiente circostante l’installazione, per il raggio di decine e decine di km verrà progressivamente devastato e reso sterile, mentre l’agricoltura, patrimonio produttivo delle aree circostanti, subirà pesanti condizionamenti.
Il MUOS è capace di interferire con le strumentazioni tecnologiche dei voli civili sull’aeroporto di Fontanarossa (già sottoposto a servitù militare dalla vicina base di Sigonella); è la vera causa della mancata apertura dell’aeroporto di Comiso; è un ingombrante ostacolo per il rilancio dell’economia territoriale; è soprattutto uno strumento di guerra e di morte.
Noi, coordinamento regionale dei Comitati NO MUOS
  • vogliamo che si revochi immediatamente l’installazione del MUOS e che si smantellino le 41 antenne NRTF.
  • Vogliamo la smilitarizzazione della base americana di Sigonella, da riconvertire in aeroporto civile internazionale.
  • Vogliamo che il governo, che taglia le spese sociali aumentando ogni genere di tasse e imposte per salvare il capitale finanziario ed il debito delle banche, tagli invece le spese militari.
  • Vogliamo che la Sicilia sia una culla di Pace al centro di un Mediterraneo mare di incontro, di convivenza e di cooperazione tra i popoli.
Facciamo appello per una manifestazione nazionale su questi temi da tenersi a Niscemi sabato 6 ottobre con concentramento alle ore 14,30 presso SP10 Contrada Apa da dove un corteo sfilerà fino alla base NRTF; In serata ore 19,30 (concentramento largo Mascione) corteo in città con concerto e interventi in piazza V. Emanuele. 
Coordinamento regionale Comitati No MUOS

mercoledì 19 settembre 2012

NO MUOS : GLI APPUNTAMENTI

Dopo un’estate che ha visto l’attivazione di nuovi comitati No Muos prosegue in Sicilia la mobilitazione contro l’installazione delle antenne del sistema di comuncazione Muos a Niscemi.
Il Muos, Mobile User Objective System, è uno dei quatto terminali terrestri parte di un programma gestito dal Dipartimento della Difesa Usa: una rete di mega antenne e satelliti per telecomunicazioni veloci. È un sistema per propagare e moltiplicare gli ordini di attacco convenzionale, chimico, batteriologico e nucleare, ad uso esclusivo delle forze armate statunitensi. Tre terminali sono installati in Australia, in Virginia, e nelle isole Hawaii; il quarto nella sughereta di Niscemi, sito di interesse comunitario, dove sono già state devastate decine di ettari di riserva naturale e dove stanno per essere montate tre grandi antenne paraboliche che guideranno, con le loro onde elettromagnetiche, missili e aerei senza pilota. Alla fine di una recente tre giorni, a cui hanno partecipato centinaia di persone, è stata convocata una manifestazione nazionale per il prossimo 6 ottobre: un’ulteriore occasione per denunciare il pesante impatto sull’ambiente, sulla salute delle persone, sul traffico aereo, sulle prospettive di sviluppo del territorio. Inoltre durante un lavoro di ricerca materiali, in vista dell’audizione presso la Commissione difesa della Camera, sono venute alla luce preoccupanti omissioni e ritardi nella diffusione della documentazione prodotta dall’agenzia ARPA-Sicilia (Agenzia Regionale per la protezione ambientale) a proposito delle emissioni della stazione di telecomunicazioni militari e della realizzazione del sistema MUOS. È infatti emerso che non sono mai state divulgate, se non in forma parziale, due importanti relazioni istruttorie prodotte da Arpa Sicilia nel 2009 e le controdeduzioni del giugno 2011 alla relazione tecnica sull’analisi del rischio inviata dal comune di Niscemi: queste contengono informazioni che - pur sostanzialmente confermando la pericolosità del MUOS - rimanda incredibilmente la verifica della effettiva pericolosità a rilevazioni delle emissioni elettromagnetiche da farsi dopo il completamento dell’installazione.
Soprattutto tali relazioni e le controdeduzioni non sono mai state trasmesse ai consulenti tecnici (Coraddu e Zucchetti del Politecnico di Torino) che, per conto del comune di Niscemi, hanno stilato nel 2009 la relazione tecnica. Nel pomeriggio di martedì 11 inoltre, i Sindaci dei comuni interessati dall’installazione del MUOS e una rappresentanza dei comitati hanno partecipato a Roma alle audizioni presso la Commissione Difesa della Camera e la Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito del Senato. Sono state esposte le problematiche politiche, economiche e ambientali legate al completamento dell’installazione. È stata quindi chiesta la revoca delle autorizzazioni già rilasciate e l’arresto dei lavori.
Com’era prevedibile, la commissione non ha assunto nessun impegno, limitandosi a prendere atto delle ragioni di chi si oppone alla realizzazione del Muos.
L’incontro con la commissione d’inchiesta sull‘uranio impoverito è stato invece più positivo. Il presidente ha infatti deciso di formalizzare una nuova proposta di audizione al Ministero della difesa e al presidente della Regione siciliana per chiedere, sulla base del principio di precauzione, la moratoria del progetto fino a quando non ne sia accertata la non pericolosità per la salute delle popolazioni.
Per i movimenti il prossimo appuntamento è il 6 ottobre a Niscemi.
In vista della settimana di mobilitazione, contro la costruzione del MUOS e per la smilitarizzazione della Sicilia, che avrà inizio il 29 Settembre e si concluderà il 6 Ottobre con una grande manifestazione nazionale a Niscemi, invitiamo tutt* a partecipare all'incontro.
Il MUOStro è in agguato...DISARMIAMOLO!
GIOVEDI' 20 SETTEMBRE ORE 17:30 CIRCOLO ARCI THOMAS SANKARA
Interverrà Antonio Mazzeo (scheda informativa sul MUOS)

giovedì 9 agosto 2012

L'Italia sono anch'io a Palazzo dei Leoni

Continua la nostra azione di impegno civile contro le disuguaglianze. Dopo lo stop in Commissione Affari Istituzionali, il Palamento continua ad eludere la volontà popolare e non accoglie le due proposte di legge della campagna "L'Italia sono anch'io" per la modifica della normativa sulla cittadinanza e per il diritto di voto delle cittadine e cittadini stranieri alle amministrative.
L'Arci "operaia" sulla terrazza di Palazzo dei Leoni
Messina, dopo Palermo, è la seconda città siciliana ad accogliere una gigantografia della campagna, realizzata con i volti di donne e uomini di origine straniera che vivono in Italia.
L’Osservatorio Provinciale contro le discriminazioni, istituito dalla Provincia Regionale di Messina all’interno della rete nazionale dell’UNAR, su invito del Circolo Arci Thomas Sankara, antenna territoriale dell’Osservatorio, ha aderito alla campagna: sulla facciata di Palazzo dei Leoni è esposta la gigantografia raffigurante Naima Achchar, panettiera e mamma di origine marocchina in Italia da 13 anni.
Tutti i materiali sono stati realizzati con il contributo della Fondazione Soros (Open Society Foundations).
Il Comitato cittadino della campagna è composto anche da CGIL, Caritas, Chiesa Valdese, Acli, Arcigay,
Lelat.
I dettagli della campagna “L’Italia sono anch’Io” sono stati presentati in conferenza stampa il 6 agosto presso la saletta commissioni della Provincia Regionale di Messina.


venerdì 27 luglio 2012

Assemblea per la sanatoria

Questa domenica 29 luglio alle ore 10:00 Assemblea per la nuova sanatoria e per il contrasto al lavoro nero. Saranno spiegati i criteri generali e le caratteristiche per partecipare.
 
testo decreto pubblicato sulla gazzetta ufficiale
 
 
 
 
 
Ingresso riservato ai soci. 

venerdì 13 luglio 2012

Tutta la delusione degli italiani 2G «Così non è giusto»

di Jolanda Bufalini Inviata A Cecina (Livorno)
Si soffre , si soffre moltissimo in questa strana piazza d'Italia dove i tifosi si chiamano Nizar, Marouenne, Iuliia, Shobi. Manuel, Elvis. Siamo al meeting antirazzista che l' Arci Uisp Arci organizza a Cecina ogni anno, occasione di confronto e di scambio di esperienze fra i ragazzi 2G, la seconda generazione di immigrati. Ci si raccoglie davanti al megaschermo arrivando dagli stand dove si è discusso della campagna L'Italia sono anche io . « Dai Mario! » , parte il tifo a inizio match, quando il s S uper m M ario nazionale è inquadrato dalle telecamere, ma poi si comincia a soffrire. Tifa Italia Elvis che è arrivato dal Camer o un : , « Tifavo Italia anche nel 2006, allora ero in Francia ma non ho mai tifato per i francesi che hanno colonizzato il mio p P aese » . Urlo di dolore al goal di Silva, applausi per l'ammonizione di Piquet. Approvazione per la prima azione in cui si vede Cassano. Andrea che è italiano e Cristian, romeno, Nizar e Marouenne, tunisini, Mahadi che è arrivato solo da un anno dal Marocco vengono tutti da Messina, si sono conosciuti in stra c d a, praticando il parcour, sport urbano di salti e corsa a ostacoli. Parlano con un forte accento siciliano, sono tutti italiani, anche se i tunisini non hanno la cittadinanza. Marouenne è arrivato che aveva venti giorni di vita. Ora frequenta i l 'istituto nautico ma, contrariamente ai suoi compagni di classe, non può avere il libretto nautico, dovrà tornare in Tunisia per perfezionarsi nel suo lavoro di macchinista di navi. Sono quattro fratelli, i loro genitori vivono in Italia da 25 anni ma, per paradosso, due di loro, nati in Italia, hanno la cittadinanza, altri due, Nizar e Marouenne, sono degli stranieri. «SUPERMARIO, UNO DI NOI» Mario Balottelli è uno di loro, tanto che lo guardano con occhio critico, « è ancora una testa calda » . Loro hanno la testa molto sulle spalle, pensano al loro futuro di pizzettari, geometri, marinai. Mahdi sta per partire per Parigi, in cerca di fortuna lì. Però si disperano al momento del tiro che non va in porta. A loro piace Pirlo, « è un grande! » e Iniesta, « anche se è spagnolo » . « Il rosso La squadra ! » , chiede Manuel davanti al fallo di Piqué . A lui che è originario di Santo Domingo ma parla toscanaccio come il suo amico Niccolò, piace il gioco italiano « perché è di squadra, non come i brasiliani che sono solo individualità » . Meryem è marocchina : « , Ho mandato mio fratello che lavora a Kiev a tifare Italia - , , racconta di sé - : Sono stata fortunata, lavoro al call center per i rifugiati dell'Arci, conosco solo il lato buono dell'Italia » . Elvis, invece, che indossa la maglietta azzurra, prima di trovare un lavoro regolare, ha fatto il facchino, distribuito volantini e lavorato nelle pulizie sempre in nero. Ora anche lui è al call center per i richiedenti asilo: « Finalmente qualcuno ha riconosciuto le mie capacità, l'Italia non è solo lavoro nero » . A disperarsi per l'occasione persa di Di Natale c'è anche Iulia, 25 anni, da un anno in Italia. Ha raggiunto la mamma che lavora qui. È E' infermiera ma non può esercitare perché il suo diploma non è riconosciuto: « Ora sto facendo un corso per assistenza ai disabili. Ho imparato una cosa molto importante, che la disabilità non significa impossibilità di essere autonomi, se ti manca una mano hai l'altra » . G2, ragazzi che imparano e tifano, in cerca di fortuna e di allegria. Emigrati perché « non si vive con uno stipendio di 75 euro al mese »

Livorno, salpa l'«Oloferne»: «Il Mediterraneo sia solidale»

L'obiettivo dell'iniziativa: porre fine ai crimini commessi dagli Stati contro i migranti che provano ad attraversare il Mediterraneo.  Accelerare i soccorsi, colpire gli abusi in alto mare.


In mezzo ai”ferri da stiro” new design del porto turistico di Rosignano Marina ha attraccato, ieri, proveniente da La Spezia, l'Oloferne, un due alberi in legno con le colonnine tornite, ha imbarcato il capitano Ennio Cerretti e un gruppo di attivisti per i diritti umani e giornalisti (foto di Giulia Parri), per salpare alla volta di Palermo, dove si farà tappa ai Cie di Milo e Serraino Vulpitta. A Palermo si terrà una cerimonia deponendo in mare 1500 candele per ricordare i morti nelle acque del Mediterraneo nel 2011. Poi inizierà la traversata del Canale di Sicilia verso Monastir in Tunisia, ci saranno visite ai campi di detenzione dei respinti, poi di nuovo in mare per l'ultima tappa, Lampedusa. Dell'equipaggio fa parte Farouk Ben Lhiba, padre di un ragazzo disperso nella collisione della Rais Alì, su cui erano imbarcati 21 giovani, con la Elhouria 302, dell'esercito tunisino. Cinque dei 21 ragazzi sono morti, gli altri 16 sono dispersi. Farouk è venuto in Italia per chiedere se esistono foto scattate dagli arei italiani che hanno certamente sorvolato la zona immediatamente dopo l'impatto.

L'Oloferne è di proprietà della associazione spezzina “Navi di carta” che l'ha messa a disposizione come avanguardia di Boats4people, una flottiglia per il monitoraggio del Canale di Sicilia. L'idea è nata al Meeting antirazzista organizzato dall' Arci a Cecina, dove si discute come portare avanti la campagna “italiano sono anch'io”. Italiani come i ragazzi del circolo Arci “Thomas Sankara” di Messina, i cui iscritti sono in maggioranza 2G, seconda generazione di migranti. Italiani perfetti ma senza passaporto. 

A bordo dell'Oloferne Filippo Miraglia (Arci) ha spiegato come è nata l'idea: “Il Mediterraneo è un mare molto frequentato anche per ragioni di sicurezza, aerei, elicotteri, pescherecci e navi cisterna. Ma è anche la via principale di coloro che fuggono dai conflitti, dei richiedenti asilo”. Fino al 2009, ha continuato Miraglia, “i pescherecci si adoperavano per salvare le carrette del mare”. Poi c'è stata la legge Maroni sui respingimenti e, per chi lavora in mare, alle difficoltà di sempre, “si è aggiunto il rischio della denuncia per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina”. “Una pagina bruttissima quella dei respingimenti in alto mare – dice Laura Boldrini (Unhcr) – con cui l'Italia si è meritata la condanna della Corte Europea dei diritti umani”. Si è dovuto assistere, ricorda Laura Boldrini, “alla scena degli uomini tonno”, naufraghi aggrappati alle gabbie per la pesca dei tonni. La sentenza della Corte Europea ha stabilito, non solo per l'Italia ma per tutta l'Europa, che le politiche di contrasto dell'immigrazione clandestina non possono essere in violazione dei diritti umani, fra i quali c'è il diritto d'asilo. 

Ma intanto c'è stato il caso denunciato dal Guardian: 72 persone morte, sebbene mezzi Nato avessero visto le barche in difficoltà. E c'è il caso delle centinaia di tunisini salpati durante la rivolta della Primavera araba, di cui non c'è più traccia. Il governo italiano è cambiato ma Frontex, l'accordo per i respingimenti con la Libia è stato rinnovato. Fra i promotori di Boat4people c'è padre Mussie Zerai, che molti conoscono per il suo impegno verso gli eritrei: “La politica dei respingimenti ha causato molte morti. Quando una strada si chiude se ne apre un'altra più difficile e più costosa, oggi ci sono 60.000 persone ammassate nel Sinai”. E Padre Zerai denuncia: “In Libia le condizioni sono le stesse del tempo di Gheddafi, i militari terrorizzano i minori rinchiusi nei centri sparando con i kalashnikov, ci sono bambini che non vedono il sole per settimane. Queste si chiamano torture”. 

Boats4people punta a creare una rete di gente di mare che contrasti il ping pong delle responsabilità fra Stati, quando si tratta di portare in salvo i migranti. Della rete fanno già parte due dottorandi in architettura dell'università di Londra, Lorenzo Pezzani e Charles Heller. Usando immagini satellitari e testimonianze hanno mappato la deriva della barca del “caso Guardian”, ora intendono proseguire con il progetto “Watch the Med”, uno sguardo civile sul Mediterraneo. Gli strumenti dell'urbanistica vengono utilizzati per creare una geografia dei diritti “in un mare che non è vuoto ma solcato da mezzi di trasporto e pescherecci, perimetrato da zone economiche esclusive e piattaforme”, in un deserto si può morire in un luogo così popolato la morte per stenti o naufragio assomiglia a un crimine.