martedì 27 marzo 2012

Bando Progetto Bonelli

E' in corso la sesta edizione del Progetto Bonelli, un appuntamento atteso con opportunità di inserimento nel mondo del lavoro della comunicazione per molti giovani e meno giovani.    
Questa iniziativa culturale e formativa ha permesso, nel corso degli anni, a molti giovani e giornalisti di “mettersi in gioco e sporcarsi le mani” negli uffici stampa e nelle redazioni giornalistiche delle associazioni di Terzo Settore di tutta Italia,compreso il Circolo Arci Thomas Sankara,  fornendo concrete occasioni formative e di apprendimento di tecniche e metodologie di lavoro.

Saranno attivati 10 stage, destinati a studenti neo-laureati e giornalisti pubblicisti e professionisti, ai quali verranno corrisposti borse di studio, a fronte di 310 ore di stage.  
Ci si può iscrivere solo online entro e non oltre il  30 aprile 2012 secondo le modalità indicate nel sito www.progettobonelli.it. 
Vi invitiamo, inoltre, a visitare e seguire la Pagina del Progetto Bonelli su Facebook.Cliccate su mi piace e riceverete tutti gli aggiornamenti!
www.facebook.com/ProgettoBonelli

Il Progetto è dedicato a Giorgio Bonelli, per 40 anni capo ufficio stampa delle Acli, decano del giornalismo associativo e sindacalista impegnato, scomparso nel dicembre del 2003.
Il Progetto Bonelli è promosso dal Forum Nazionale del Terzo Settore, con la partecipazione di Arca-Enel, il sostegno di ASR – Associazione Stampa Romana, FNSI - Federazione Nazionale Stampa Italiana, Inpgi – Istituto Nazionale Previdenza Giornalisti Italiani, Usigrai e con il patrocinio dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti e dell’Agenda del Giornalista, il supporto operativo di Enaip - Ente Nazionale Acli Istruzione Professionale e la collaborazione della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Sapienza di Roma.

Per informazioni
:Forum Nazionale del Terzo Settore
Segreteria Organizzativa del “Progetto Bonelli”
e-mail:
progettobonelli@forumterzosettore.it
tel. 06 68136844, fax 06 6896522
dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 13.30

lunedì 19 marzo 2012

ASSEMBLEA PUBBLICA: "QUALE FUTURO PER IL MOVIMENTO NO PONTE?"

Il Ponte sullo Stretto de-finanziato lo abbiamo già conosciuto. Era il tempo del Governo Prodi e la forte pressione del Movimento No Ponte era riuscita a spostare la posizione di forze politiche precedentemente favorevoli alla grande opera. Il "mostro sullo Stretto" venne inserito tra le opere non prioritarie.
Per tutti era ormai la fine di un incubo. Colpevolmente il Governo Prodi lasciò in piedi il contratto con Impregilo e non sciolse la Stretto di Messina Spa, società concessionaria per la progettazione e la costruzione del Ponte. Fu gioco facile per un Berlusconi nuovamente al posto di comando rilanciare
l'opera. Nel solo 2010, la stagione delle trivelle, vennero spesi 110 milioni di euro in sondaggi e progettazione, con un impatto risibile per l'area dello Stretto in termini di ritorno economico e occupazione.

Oggi il Ponte è nuovamente de-finanziato. Il nuovo Governo manifesta un evidente disinteresse nei confronti dell'opera e, ciò che è più importante, il Ponte sullo Stretto è ormai fuori dai corridoi di trasporto europei. Si tratta, questo, di un aspetto davvero significativo perchè nella fase della grande crisi del debito pubblico la selezione delle opere da finanziare verrà fatta, ormai è consolidato, proprio privilegiando quelle che rientrano nei corridoi. I nuovi meccanismi di finanziamento saranno basati sulla ricerca di risorse da recuperare sui mercati finanziari (Fondi sovrani, Fondi pensione ...) e verranno sostenuti da project bond garantiti dall'Europa. Ecco, quindi, che, allo stato, il futuro del Ponte è molto improbabile.

Nonostante queste evidenze, dal Governo arrivano pronunciamenti che prevederebbero una sospensione e non una cancellazione dell'opera. La situazione è, quindi, molto pericolosa perchè, comunque, rimane il rischio di lasciare aperta una partita che si manifesta come una vera e propria ipoteca sul territorio. Ancora oggi la Stretto di Messina Spa è un costo per la comunità, ancora poco tempo fa il più importante giornale locale riportava il bando per l'apertura di un mutuo di 11 milioni di euro finalizzato a finanziare il cantiere di Cannitello, recentemente Rete ferroviaria italiana avrebbe richiesto al ministero dell'Ambiente di avviare la procedura di Valutazione di impatto ambientale sui nuovi collegamenti ferroviari tra il ponte e le linee storiche di collegamento con Reggio Calabria e Gioia Tauro, infine Eurolink (General Contractor per il Ponte) ha ancora nella propria disponibilità uno stabile di proprietà dell'Università di Messina. Insomma, il Ponte costa anche se non lo si fa e se non lo si cancella rimane il rischio di rivederselo rilanciato al mutare del quadropolitico nazionale. Infine, l'eventuale approvazione del progetto definitivo rischierebbe di aprire tutta la partita delle penali (centinaia di milioni di euro).

E' importante, quindi, non abbassare la guardia e rilanciare e continuare la mobilitazione affinchè venga rescisso il contratto con Impregilo, venga sciolta la Stretto di Messina Spa, non si riconosca alcuna penale nei confronti delle consociate in Eurolink e si imponga di investire le risorse destinate al ponte per infrastrutture utili al territorio interessato dall'opera.

Rete No Ponte - Comunità dello Stretto

sabato 17 marzo 2012

Tutti a Comiso 30 anni dopo per un Mediterraneo di pace

4 aprile 2012
A Comiso 30 anni dopo
Per Pio La Torre e per un Mediterraneo di pace
Il 4 aprile di trenta anni fa oltre centomila siciliani, ma anche tanti, tantissimi giunti da ogni parte d’Europa, sfilarono per le campagne di Comiso, dentro la città per dire no alla costruzione di
una base militare che avrebbe dovuto accogliere 112 missili cruise a testata nucleare.
Erano parte di un poderoso movimento europeo che per un decennio, in un continente diviso dal muro di Berlino e minacciato dalla guerra atomica, combattè per liberare il mondo dal dominio
delle superpotenze di allora, Stati Uniti e Unione Sovietica, convinto della necessità di un’Europa
“senza missili dall’Atlantico agli Urali”, in cui solo la pace e la distensione - e non il riarmo -
avrebbero facilitato i processi di democratizzazione nell’Est Europeo.
I missili a Comiso indicavano che il nuovo fronte del conflitto si stava spostando nel Mediterraneo: il nuovo nemico del nord era ormai il sud, come la storia degli anni successivi ha poi dimostrato.
Alla testa e al fianco di quel corteo colorato, alla guida di quel movimento straordinario fatto di
donne e uomini di culture ed esperienze diverse, di tante ragazze e ragazzi che si affacciavano per
la prima volta alla politica stava un uomo che più di ogni altro aveva intuito come la lotta e
l’impegno per la pace, contro la militarizzazione della Sicilia si intrecciava a filo doppio con un
impegno più antico, quello antimafia, per la democrazia, per la legalità.
Quell’uomo, Pio La Torre, poche settimane dopo quella straordinaria giornata, il 30 di aprile
del 1982, veniva assassinato a Palermo, assieme a Rosario Di Salvo. Assassinato dalla mafia, che
da tempo lo aveva individuato come nemico principale per l’attacco da lui sferrato ai patrimoni
economici dei mafiosi, e che ora voleva mano libera nelle speculazioni edilizie promesse dal
grande insediamento che si stava progettando attorno alla base militare.
Pio La Torre e quello straordinario movimento contrapponevano all’idea di Sicilia come portaerei e avamposto armato nel Mediterraneo, quella di piattaforma di pace e dialogo, di terra capace di valorizzare le proprie risorse locali, agricole e culturali innanzitutto.
Oggi la base nucleare di Comiso non c’è più. E neppure il Muro di Berlino. Il mondo è cambiato. Ma le parole d’ordine di quella giornata, le rivendicazioni di quel movimento, le ansie e le preoccupazioni che Pio La Torre esprimeva mantengono inalterata la loro validità.
Nel pianeta c'è il più alto tasso di ineguaglianza mai raggiunto. Aumenta lo sfruttamento degli
esseri umani, della natura e dei beni comuni. Nella crisi globale di sistema, l'Europa declina e cede
al mercato i diritti, la democrazia, la sua unità e i suoi popoli.
Il Mediterraneo in questi anni è stato molto lontano dal diventare il mare di pace sognato e rivendicato da chi si mobilitava in quei giorni.
Sempre più spesso i riflessi delle sue acque si sono colorati delle tinte drammatiche delle guerre
che hanno devastato gran parte delle sue coste, a tutte le sue latitudini: da quelle adriatiche (attraverso le quali esattamente 20 anni fa la guerra arrivava a Sarajevo) alle coste del medio
oriente o a quelle della Libia fino a pochi giorni fa. O la guerra non dichiarata che si è estesa dal
Mar Egeo fino allo stretto di Gibilterra contro chi fugge dal proprio paese alla ricerca di una
speranza, di un futuro diverso verso un’Europa ogni giorno più rapace ed egoista.
Sul Mediterraneo sognato, pensato, voluto come mare di pace si è levato il lezzo insopportabile
delle stragi, delle bombe, degli egoismi dei paesi ricchi della sponda europea capace anche di
cancellare il profumo dei gelsomini della primavera araba.
Oggi più che mai, avvertiamo la necessità di tornare, a Comiso, dopo trenta anni, nel nome di
Pio La Torre, per:
- riaffermare un impegno e una volontà di pace
- sconfiggere le ipocrisie di chi da una parte dice di voler sostenere l’ansia di libertà dei
popoli arabi e che poi in realtà utilizza le bombe anche contro civili inermi per assicurarsi il
controllo delle fonti di approvvigionamento energetico
- denunciare la continua militarizzazione del nostro territorio (da Trapani a Lampedusa, da
Sigonella a Niscemi, attraverso i Global Hawk e il MUOS), lo sfruttamento e la distruzione del
mare, delle coste, del territorio
- sconfiggere chi pensa al Mediterraneo solamente come un unico immenso mercato dentro
il quale solo le merci hanno diritto a muoversi e chi ha voluto blindare le nostre frontiere,
trasformando porzioni della nostra isola in lager dove tenere reclusi, privi di ogni diritto, migliaia
di persone
- un sostegno attivo e vero a sostegno delle società civili democratiche mediterranee
- una comunità mediterranea dei diritti, per uscire insieme dalla crisi economica e sociale
- rilanciare l’impegno contro le mafie, per la democrazia e la libertà
Promuovono :
Arci, Anpi, AICS, Auser, Arciragazzi, Banca Popolare Etica, Centro Pio La Torre, Cepes, CGIL,
Cresm, Centro Studi “G. Dossetti”, Erripa “A. Grandi”, Legambiente, Libera, Pax Christi, Rete
degli Studenti Medi, Terrelibere.org
Per adesioni inviare una mail a : comiso4aprile@gmail.com
su Facebook “4 aprile 2012. A Comiso, 30 anni dopo”
http://www.facebook.com/events/127181990744954

21 marzo Catena Umana contro il razzismo