sabato 17 marzo 2012

Tutti a Comiso 30 anni dopo per un Mediterraneo di pace

4 aprile 2012
A Comiso 30 anni dopo
Per Pio La Torre e per un Mediterraneo di pace
Il 4 aprile di trenta anni fa oltre centomila siciliani, ma anche tanti, tantissimi giunti da ogni parte d’Europa, sfilarono per le campagne di Comiso, dentro la città per dire no alla costruzione di
una base militare che avrebbe dovuto accogliere 112 missili cruise a testata nucleare.
Erano parte di un poderoso movimento europeo che per un decennio, in un continente diviso dal muro di Berlino e minacciato dalla guerra atomica, combattè per liberare il mondo dal dominio
delle superpotenze di allora, Stati Uniti e Unione Sovietica, convinto della necessità di un’Europa
“senza missili dall’Atlantico agli Urali”, in cui solo la pace e la distensione - e non il riarmo -
avrebbero facilitato i processi di democratizzazione nell’Est Europeo.
I missili a Comiso indicavano che il nuovo fronte del conflitto si stava spostando nel Mediterraneo: il nuovo nemico del nord era ormai il sud, come la storia degli anni successivi ha poi dimostrato.
Alla testa e al fianco di quel corteo colorato, alla guida di quel movimento straordinario fatto di
donne e uomini di culture ed esperienze diverse, di tante ragazze e ragazzi che si affacciavano per
la prima volta alla politica stava un uomo che più di ogni altro aveva intuito come la lotta e
l’impegno per la pace, contro la militarizzazione della Sicilia si intrecciava a filo doppio con un
impegno più antico, quello antimafia, per la democrazia, per la legalità.
Quell’uomo, Pio La Torre, poche settimane dopo quella straordinaria giornata, il 30 di aprile
del 1982, veniva assassinato a Palermo, assieme a Rosario Di Salvo. Assassinato dalla mafia, che
da tempo lo aveva individuato come nemico principale per l’attacco da lui sferrato ai patrimoni
economici dei mafiosi, e che ora voleva mano libera nelle speculazioni edilizie promesse dal
grande insediamento che si stava progettando attorno alla base militare.
Pio La Torre e quello straordinario movimento contrapponevano all’idea di Sicilia come portaerei e avamposto armato nel Mediterraneo, quella di piattaforma di pace e dialogo, di terra capace di valorizzare le proprie risorse locali, agricole e culturali innanzitutto.
Oggi la base nucleare di Comiso non c’è più. E neppure il Muro di Berlino. Il mondo è cambiato. Ma le parole d’ordine di quella giornata, le rivendicazioni di quel movimento, le ansie e le preoccupazioni che Pio La Torre esprimeva mantengono inalterata la loro validità.
Nel pianeta c'è il più alto tasso di ineguaglianza mai raggiunto. Aumenta lo sfruttamento degli
esseri umani, della natura e dei beni comuni. Nella crisi globale di sistema, l'Europa declina e cede
al mercato i diritti, la democrazia, la sua unità e i suoi popoli.
Il Mediterraneo in questi anni è stato molto lontano dal diventare il mare di pace sognato e rivendicato da chi si mobilitava in quei giorni.
Sempre più spesso i riflessi delle sue acque si sono colorati delle tinte drammatiche delle guerre
che hanno devastato gran parte delle sue coste, a tutte le sue latitudini: da quelle adriatiche (attraverso le quali esattamente 20 anni fa la guerra arrivava a Sarajevo) alle coste del medio
oriente o a quelle della Libia fino a pochi giorni fa. O la guerra non dichiarata che si è estesa dal
Mar Egeo fino allo stretto di Gibilterra contro chi fugge dal proprio paese alla ricerca di una
speranza, di un futuro diverso verso un’Europa ogni giorno più rapace ed egoista.
Sul Mediterraneo sognato, pensato, voluto come mare di pace si è levato il lezzo insopportabile
delle stragi, delle bombe, degli egoismi dei paesi ricchi della sponda europea capace anche di
cancellare il profumo dei gelsomini della primavera araba.
Oggi più che mai, avvertiamo la necessità di tornare, a Comiso, dopo trenta anni, nel nome di
Pio La Torre, per:
- riaffermare un impegno e una volontà di pace
- sconfiggere le ipocrisie di chi da una parte dice di voler sostenere l’ansia di libertà dei
popoli arabi e che poi in realtà utilizza le bombe anche contro civili inermi per assicurarsi il
controllo delle fonti di approvvigionamento energetico
- denunciare la continua militarizzazione del nostro territorio (da Trapani a Lampedusa, da
Sigonella a Niscemi, attraverso i Global Hawk e il MUOS), lo sfruttamento e la distruzione del
mare, delle coste, del territorio
- sconfiggere chi pensa al Mediterraneo solamente come un unico immenso mercato dentro
il quale solo le merci hanno diritto a muoversi e chi ha voluto blindare le nostre frontiere,
trasformando porzioni della nostra isola in lager dove tenere reclusi, privi di ogni diritto, migliaia
di persone
- un sostegno attivo e vero a sostegno delle società civili democratiche mediterranee
- una comunità mediterranea dei diritti, per uscire insieme dalla crisi economica e sociale
- rilanciare l’impegno contro le mafie, per la democrazia e la libertà
Promuovono :
Arci, Anpi, AICS, Auser, Arciragazzi, Banca Popolare Etica, Centro Pio La Torre, Cepes, CGIL,
Cresm, Centro Studi “G. Dossetti”, Erripa “A. Grandi”, Legambiente, Libera, Pax Christi, Rete
degli Studenti Medi, Terrelibere.org
Per adesioni inviare una mail a : comiso4aprile@gmail.com
su Facebook “4 aprile 2012. A Comiso, 30 anni dopo”
http://www.facebook.com/events/127181990744954