lunedì 28 febbraio 2011

Lettere dal Sahara, giovedì 3 marzo 2011

“Lettere dal Sahara” al Palazzo della Cultura Antonello da Messina Il film del maestro Vittorio De Seta verrà proiettato gratuitamente su iniziativa del Circolo Arci Thomas Sankara in seno al progetto del Comune di Messina “G2 – seconde generazioni crescono

Giovedì 3 marzo alle ore 19:00 al Palazzo della Cultura Antonello da Messina è in programmazione l’iniziativa “Lettere dal Sahara : Italia ingresso negato”. Il Film scelto dal Circolo Sankara quale proprio contributo al programma culturale dedicato all’immigrazione messo in campo dall’Assessorato all’integrazione multietnica del Comune di MessinaPrima della visione del film il Circolo Arci Thomas Sankara racconterà perché in Italia l’ingresso è sostanzialmente negato ai migranti e cosa si nasconde dietro una politica “proibizionista” aprendo una riflessione sulla paventata “prossima invasione” dal Nord Africa, interpretata dai governi occidentali solo in chiave di politiche securitarie. L’iniziativa programmata prima delle recenti cronache delle rivolte nel Nord Africa ed il massacro in Libia non può non prevedere un appello alla società civile di solidarietà alle popolazioni mediterranee.


Alle 20:00 la proiezione del lungometraggio "Lettere dal Sahara" di Vittorio De Seta, maestro indiscusso del film documentario apprezzato come spesso accade più all’estero che in Italia, premiato a Cannes ed amato da Martin Scorsese e da molti cineasti e critici statunitensi, tanto da vedersi dedicare un tributo al Tribecca Film Festival. Il film, presentato come evento speciale alla Mostra del Cinema di Venezia 2006, è stato realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le attività culturali. Un opera in cui emerge la passione documentaristica di De Seta, nelle splendide riprese africane, non documentario, ma la storia raccontata in prima persona da Assane, giovane studente di Dakar costretto ad emigrare in Italia ed a vivere tutti gli incubi dell’immigrazione clandestina: il viaggio nel Sahara, gli scavisti, Lampedusa , l’incubo dei centri italiani di detenzione per migranti, la criminalità italiana. Sino all’emersione della sua condizione di irregolarità, il lavoro e il razzismo sempre presente. Gli attori non professionisti, si esprimono anche in wolof, la lingua parlata dall’omonima popolazione in Senegal. E’ previsto un breve intervallo, il film dura 2 ore.