mercoledì 24 agosto 2011

Lampedusa : on line il racconto dell'Arci


Arcidiario da Lampedusa
http://arcinumeroverderifugiati.blogspot.com/

 

Da giugno 2011 l'ARCI è stata autorizzato a entrare nel CPSA di Lampedusa.
Le attività - coordinate dall'avvocata Carmen Cordaro, referente CIE e frontiere dell'ARCI - prevedono: un orientamento socio-legale e la tutela del diritto d'asilo. In particolare gli/le operatori/trici dell'ARCI entrano nelle gabbie dove sono chiusi i migranti e richiedenti asilo e illustrano passo dopo passo la procedura d'asilo e la normativa in merito all'ingresso irregolare in Italia e alle sue conseguenze. 
L’Arci, impegnata da anni nella tutela dei diritti umani dei migranti e dei richiedenti asilo, è stata recentemente autorizzata dal Ministero dell’Interno a svolgere le proprie funzioni di ente di tutela in favore dei cittadini stranieri all’interno del cpsa di Lampedusa. 
L’Arci è presente con volontari sull’isola sin dal 2005. Fino all’autunno gli attivisti dell’associazione svolgeranno attività di assistenza durante gli sbarchi, monitoraggio della situazione nel centro, raccolta di testimonianze sui ‘viaggi’ e sulle condizioni nei paesi d’origine e di imbarco, informazione sulla condizione giuridica dei migranti trattenuti, informazione sulla legislazione italiana sull’immigrazione e l’asilo, tutela dei minori, delle categorie vulnerabili, dell’unità familiare, assistenza nell’accesso alla procedura d’asilo, tutela legale dei migranti ‘economici’, assistenza del migrante e richiedente asilo nei trasferimento sul territorio italiano tramite il numero verde nazionale dell’Arci e la rete territoriale dell’associazione presente in tutte le città.

Appello per la liberazione di Rachid Niny

 
Alla Fiera del Libro di Casablanca, lo scorso febbraio, Rachid Nini era una «star». Nonostante si fosse mimetizzato sotto un cappellino blu e dietro un paio di occhialoni neri, veniva fermato in continuazione per un saluto, un autografo o una foto ricordo.
Rachid Nini, alla fine degli anni Novanta, vive per tre anni in Spagna da migrante «irregolare». Il racconto di questa esperienza sarà pubblicato in Marocco, poi in Spagna e adesso in Italia da Mesogea con il titolo Diario di un clandestino.
Dopo aver collaborato con giornali e tv, nel 2006 fonda e dirige Al Masae, il quotidiano indipendente più venduto in Marocco con oltre 110.000 copie.
Gli studenti che, nei giorni della Fiera del Libro, organizzavano la grande manifestazione del 20 febbraio consideravano Rachid Nini un alleato troppo moderato per la sua posizione critica verso il governo senza mettere in discussione la Monarchia marocchina.
Ciò nonostante, il 29 aprile, Rachid Nini viene arrestato con l’accusa di «disinformazione» per aver criticato i Servizi Segreti e denunciato la corruzione di uno stretto collaboratore del Re.
Dopo un processo durato 43 giorni, Rachid Nini è stato condannato a un anno di carcere e 100 euro di multa per aver «oltraggiato le decisioni giudiziarie» e «denunciato crimini che non si sono mai verificati».
Nonostante gli appelli di Amnesty International Italia e Reporters sans Frontières, la notizia non ha avuto alcuna eco in Italia.
Il Comitato di Redazione di Mesogea e la Fondazione Horcynus Orca, lanciano, quindi, due appelli.

Il primo – tramite l’Ambasciata del Marocco in Italia – al Re e al Governo marocchino, perché Rachid Nini venga subito liberato e la libertà di stampa venga rispettata. Diversamente, le riforme annunciate e solo parzialmente realizzate non potranno avere alcuna credibilità.
Il secondo appello è rivolto ai giornali, ai giornalisti e agli opinionisti italiani perché riprendano e divulghino una notizia che getta un’ombra inquietante su un paese, il Marocco, che tiene molto alla propria immagine (non del tutto meritata) di nascente Monarchia Costituzionale. La libertà di stampa è un valore irrinunciabile e se la difendiamo con determinazione in Italia, non possiamo ignorare quando viene calpestata in altri Paesi.

Il Comitato di Redazione di Mesogea
La Fondazione Horcynus Orca