domenica 20 marzo 2011

18.03.2011 - Deportazione di Stato

In queste ore si sta palesando, con effetti drammatici, l'incapacità del governo di gestire l'accoglienza di alcune migliaia di giovani in fuga dalla Tunisia.
Gli arrivi dall'inizio dell'anno sono poco più di 10mila, numeri quindi non da ‘esodo biblico', ma sufficienti a mandare in tilt il ministro Maroni.
Gli annunciati spostamenti ‘volontari' dei rifugiati e richiedenti asilo alloggiati nei CARA (Centri d'accoglienza per Richiedenti Asilo) si stanno rivelando vere e proprie deportazioni. Le persone interessate si nascondono per evitare di essere trasportate a Mineo, senza alcun provvedimento che fornisca dei criteri e delle garanzie. Persone che hanno passato mesi in un CARA, avviato progetti, che hanno in corso procedimenti in merito alla domanda d'asilo, vedono interrotto il loro percorso senza spiegazioni, senza che venga fornito un criterio, senza atti formali che legittimino quanto sta accadendo.
Persino i trasferimenti da un carcere all'altro avvengono attraverso procedure che prevedono il coinvolgimento dei detenuti e dei oro legali. I CARA invece, in particolare con questo governo, sono sempre più territorio di nessuno, spazi al di fuori della legalità.
Il già fragile sistema d'accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo viene alterato e sconvolto da un governo che vuol aumentare la confusione, renderla percepibile a tutti, per alimentare le paure dei cittadini e su quelle costruire, come ha dichiarato tranquillamente Bossi, maggior consenso elettorale.
Il fatto che chi viene sradicato dal suo ambiente e sballottato senza spiegazioni da un'altra parte siano persone che hanno già subito persecuzioni, torture e violenze, spesso vittime di traumi che richiedono un'assistenza psicologica, non interessa minimamente ai nostri cinici governanti.
E' la stessa mancanza di umanità che caratterizza il trattamento riservato a chi sta in queste ore sbarcando a Lampedusa. Ammassati come bestie, in condizioni igieniche del tutto precarie, per loro si prospettano soluzioni logistiche del tutto improbabili e fuori da ogni logica. Ma tutto deve servire a dimostrare all'opinione pubblica che l'eroico Maroni deve fronteggiare l'invasione, mentre soffia sul fuoco del disagio dei lampedusani.
Anziché gestire l'emergenza coinvolgendo i territori e ricercando soluzioni compatibili con il sistema d'accoglienza ordinario, si sta percorrendo la via del tanto peggio tanto meglio.
D'altra parte questo è sempre stato l'approccio del governo rispetto all'immigrazione: repressione, espulsioni, nessuna politica di integrazione. Adesso che sull'amico Gheddafi non si può più contare, il nervosismo è alle stelle.
E però noi, che accanto ai migranti operiamo ogni giorno, che ci battiamo per il rispetto dei diritti di tutti, non possiamo non chiedere ai nostri governanti: Fermatevi, prima che sia troppo tardi. Comunicato stampa Arci nazionale