Nonostante le iniziative di denuncia e mobilitazione organizzate in
Europa e in Italia, entrare nei centri di detenzione per migranti,
vedere e raccontare le condizioni in cui sono trattenuti, garantire così
il diritto all’informazione è ancora estremamente difficile.
In Europa la Campagna ‘Open Access Now: Aprite le porte! Abbiamo il
diritto di sapere’, ha lanciato un mese di mobilitazione straordinaria,
dal 26 marzo al 26 aprile, in cui le reti e le associazioni aderenti
hanno inoltrato richiesta di accesso nei centri alle autorità competenti
dei propri paesi. Le risposte, quando sono arrivate, sono state per lo
più negative.
In Italia, nonostante la decisione del nuovo ministro Cancellieri di
sospendere il divieto di ingresso nei Cie (Centri di identificazione ed
espulsione) e nei C.A.R.A. (Centri di accoglienza per richiedenti
asilo), imposto nel 2011 dall’allora ministro Maroni, la possibilità di
accedervi non è per nulla garantita e per lo più è affidata alla
discrezionalità della autorità del territorio dove ha sede la struttura.
Dal 23 al 27 aprile è stata quindi lanciata anche nel nostro Paese,
in sinergia con l’iniziativa a livello europeo, una settimana in cui
attivisti, giornalisti, avvocati e parlamentari chiederanno di visitare i
centri in cui sono trattenuti i migranti. La mobilitazione è promossa
dalla Campagna LasciateCIEntrare e dalle organizzazioni aderenti.
L’Arci parteciperà alle visite organizzate dalla Campagna, a
cominciare da quella al Cie di Bologna il 23 aprile, dove sarà presente
il suo presidente provinciale Stefano Brugnara.
Con altri esponenti della Campagna sarà poi il 25 al Cie di via Corelli a Milano, dove da mesi è vietato a chiunque di entrare, compresi ai legali dei migranti.
Sempre all’interno della Campagna europea Open Access Now, l’Arci ha programmato visite anche il 24 aprile al Cie di Trapani Milo dove sarà presente Carmen Cordaro referente CIE e frontiere di Arci Nazionale, il 27 al valico dell’aeroporto di Fiumicino a Roma e infine al Cie di Bari Palese.
Tutto ciò per ribadire che democrazia, diritti e trasparenza devono essere garantiti sempre e dovunque.