mercoledì 17 novembre 2010

Il Governo fermi le retate e le espulsioni punitive


Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci, e di Ilaria Silvia Scovazzi, responsabile immigrazione Arci Lombardia
Dopo 17 giorni la protesta dei migranti sulla gru di Brescia è finita e, mentre alcuni dei manifestanti sono riusciti a strappare un accordo, per migliaia di persone la situazione è drammaticamente la stessa, se non peggiore. Il rischio ora è che, nonostante le mobilitazioni di protesta continuino (prima fra tutte quella alla Torre Ex Carlo Erba di Milano), si spengano i riflettori sulla Sanatoria-Truffa e sulle sue ingiustizie, facendo calare un pericoloso silenzio anche su quello che sta accadendo a poche ore dalla fine della protesta sulla gru. Il Governo e le forze dell'ordine hanno infatti presentato il conto ai lavoratori stranieri di Brescia dando vita a una retata casa per casa in quella che potremmo definire una caccia al migrante, alla ricerca di una qualsiasi irregolarità amministrativa. La colpa di chi sta subendo queste "ritorsioni" è quella di aver osato alzare la testa e aver chiesto a gran voce che venissero rispettati i loro diritti.
Si usa ancora una volta la linea dura per nascondere le tante ingiustizie delle politiche che il Governo ha ideato con l'unico scopo di raccogliere facili consensi, calpestando i diritti di migliaia di persone. Esprimiamo solidarietà a tutti i cittadini stranieri che in queste ore rischiano l'espulsione e che sono attualmente rinchiusi nei Cie di Milano, Torino e Gorizia, e, tra i tanti, esprimiamo grande preoccupazione per Mohammed Mimmo, uno dei rappresentati più attivi della mobilitazione per il permesso. Mohammed è stato fermato mentre tornava a Brescia dopo aver partecipato al presidio allestito davanti al consolato egiziano di Milano e, portato in questura, è stato trattenuto perché privo del permesso di soggiorno. Chiediamo che vengano garantiti l'assistenza legale e il rispetto dei diritti a lui e a tutti i migranti che, dopo aver partecipato alle mobilitazioni, rischiano l'espulsione.Chiediamo al Governo di fermare le retate e le espulsioni punitive, un ulteriore sopruso sulla pelle di persone che hanno già sopportato troppo e a cui il Governo dovrebbe garantire, invece, le condizioni per costruirsi un futuro dignitoso nel nostro paese. Foto: 17 novembre Messina, Giornata del diritto allo studio