AVVISO PER LA STAMPA
Sottoponiamo agli organi
di stampa cittadini l’esistenza della Carta di Roma siglata dal Consiglio
Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (CNOG) e dalla Federazione Nazionale
della Stampa Italiana (FNSI) nel giugno del 2008, in risposta alle
preoccupazioni dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
(UNHCR) circa l’informazione concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime
della tratta e migranti.
Il protocollo invita, in base al criterio deontologico fondamentale del
rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati contenuto nell’articolo 2
della Legge istitutiva dell’Ordine, i giornalisti italiani, come riportato dal
sito “Associazione Carta di Roma”: ad evitare la
diffusione di informazioni imprecise, sommarie o distorte.
A tutelare i
richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime della tratta ed i migranti che
scelgono di parlare con i giornalisti, adottando quelle accortezze in merito
all’identità ed all’immagine che non consentano l’identificazione della persona,
onde evitare di esporla a ritorsioni contro la stessa e i familiari, tanto da
parte di autorità del paese di origine, che di entità non statali o di
organizzazioni criminali. Inoltre, va tenuto presente che chi proviene da
contesti socioculturali diversi, nei quali il ruolo dei mezzi di informazione è
limitato e circoscritto, può non conoscere le dinamiche mediatiche e non essere
quindi in grado di valutare tutte le conseguenze dell’esposizione attraverso i
media.
Gli
articoli pubblicati a mezzo stampa e on line di questi ultimi giorni, spesso
sono stati redatti senza tener conto delle linee guida della Carta di Roma. La
pubblicazione di foto che permette l’identificazione di potenziali “richiedenti asilo” mette a
rischio l’incolumità degli stessi. Per questa ragione vige il divieto di
comunicare alle rappresentanze diplomatiche dei paesi di origine la richiesta
d’asilo, al fine di evitare ogni possibile rischio di ripercussioni successivamente
a un ipotetico ritorno in patria. Così come sono reali le ripercussioni per i
familiari rimasti in patria, che spesso si traducono in violenze e sequestri.
Ci
auguriamo, che in futuro, la stessa sensibilità adottata nei confronti dei
migranti residenti in città, così come la corretta diffusione di informazioni legate
alla questione del campo rom di villaggio Fatima, possa essere adottata anche
per i richiedenti asilo.