Esprimiamo cordoglio e dolore per il terribile naufragio che si è consumato al largo di Lampedusa.
Una tragedia tra le più gravi registrate negli ultimi anni: al momento in cui scriviamo risultano disperse almeno 250 persone delle 300 che trasportava il barcone affondato. Un bilancio che grava pesantemente sulle scelte portate avanti dal Governo italiano e dall'Unione Europea per affrontare il tema dell'immigrazione e la gestione delle frontiere.
Una tragedia così grave non si può imputare al fato, ma è direttamente legata all'impossibilità di ingresso in Italia e in Europa attraverso vie legali, alla completa assenza di un programma per i soccorsi in mare e, come abbiamo più volte denunciato, alla criminalizzazione degli immigrati e dell'immigrazione.
Non si può pensare di affrontare un'emergenza umanitaria preoccupandosi solo di non scontentare il proprio elettorato di riferimento. Si continua a fare propaganda mentre i diritti delle persone vengono ogni giorno calpestati e l'incolumità di migranti e profughi messa in pericolo. Come è dimostrato anche da questo naufragio la sola chiusura delle frontiere non ferma il flusso delle persone in fuga, ma le costringe a scelte disperate e a viaggi pericolosi pagati a caro prezzo.
E' necessario che venga aperto un canale umanitario che garantisca a richiedenti asilo e profughi la possibilità di entrare in Europa in sicurezza, evitando altre inutili morti. In particolare chiediamo di accogliere in Europa i 2000 profughi subsahariani che si trovano al confine tra Libia e Tunisia e i 5000 che si trovano ancora in Libia: migliaia di persone, già in fuga da paesi in guerra e poi bloccate nei campi profughi libici per colpa degli accordi tra il Governo italiano e Gheddafi. Una situazione che pesa sulla coscienza del nostro governo e che ha bisogno di un intervento urgente.
Lanciamo un appello a quanti solcano il canale di Sicilia affinché facciano tutto il possibile per prestare aiuto a coloro che tentano di approdare sulle nostre coste e chiediamo loro di mantenere alta l'attenzione perché non si verifichino più altre tragedie del mare. Comunicato stampa Arci
Una tragedia tra le più gravi registrate negli ultimi anni: al momento in cui scriviamo risultano disperse almeno 250 persone delle 300 che trasportava il barcone affondato. Un bilancio che grava pesantemente sulle scelte portate avanti dal Governo italiano e dall'Unione Europea per affrontare il tema dell'immigrazione e la gestione delle frontiere.
Una tragedia così grave non si può imputare al fato, ma è direttamente legata all'impossibilità di ingresso in Italia e in Europa attraverso vie legali, alla completa assenza di un programma per i soccorsi in mare e, come abbiamo più volte denunciato, alla criminalizzazione degli immigrati e dell'immigrazione.
Non si può pensare di affrontare un'emergenza umanitaria preoccupandosi solo di non scontentare il proprio elettorato di riferimento. Si continua a fare propaganda mentre i diritti delle persone vengono ogni giorno calpestati e l'incolumità di migranti e profughi messa in pericolo. Come è dimostrato anche da questo naufragio la sola chiusura delle frontiere non ferma il flusso delle persone in fuga, ma le costringe a scelte disperate e a viaggi pericolosi pagati a caro prezzo.
E' necessario che venga aperto un canale umanitario che garantisca a richiedenti asilo e profughi la possibilità di entrare in Europa in sicurezza, evitando altre inutili morti. In particolare chiediamo di accogliere in Europa i 2000 profughi subsahariani che si trovano al confine tra Libia e Tunisia e i 5000 che si trovano ancora in Libia: migliaia di persone, già in fuga da paesi in guerra e poi bloccate nei campi profughi libici per colpa degli accordi tra il Governo italiano e Gheddafi. Una situazione che pesa sulla coscienza del nostro governo e che ha bisogno di un intervento urgente.
Lanciamo un appello a quanti solcano il canale di Sicilia affinché facciano tutto il possibile per prestare aiuto a coloro che tentano di approdare sulle nostre coste e chiediamo loro di mantenere alta l'attenzione perché non si verifichino più altre tragedie del mare. Comunicato stampa Arci