Il 18 Dicembre, giornata di azione globale contro il razzismo e per i diritti
dei migranti (promossa dal forum sociale mondiale di Dakar), in tutto il mondo
si manifesterà per i diritti umani, sociali e politici affinché ogni cittadino
del pianeta possa decidere dove e come costruire il proprio futuro. La Rete No
Ponte aderisce alla giornata di mobilitazione per ribadire la propria
opposizione allo sperpero di denaro pubblico e alla devastazione dell'ambiente
che accompagnano la più inutile delle infrastrutture. In particolare, il 18
dicembre (concentramento alle ore 16.00 in Piazza Antonello) la Rete No Ponte
rivendicherà la chiusura della Stretto di Messina Spa (concessionaria per la
progettazione e costruzione del Ponte), la cancellazione del contratto con
Impregilo e il disconoscimento di alcun tipo di penale nei confronti di questa e
delle consociate in Eurolink (general contractor per la progettazione e la
costruzione del Ponte). Dopo la conferma del disimpegno economico
dell'Unione Europea, dopo l'impegno della Camera ad utilizzare le risorse
destinate al "mostro sullo Stretto" per il trasporto locale e dopo la
cancellazione delle opere compensative è, infatti, giunto il momento di chiudere
la partita e mettere la parola fine ad un iter improduttivo che serve solo a
foraggiare studi di progettazione e grandi contractor senza alcun guadagno per
il territorio e gli abitanti dell'area dello Stretto. Dopo l'ennesima alluvione
che ha causato ancora morte e distruzione, riteniamo che vada dato finalmente
avvio alla vera grande opera di cui abbiamo bisogno: la messa in sicurezza del
territorio. Questa sarà il frutto di un lavoro di risanamento delle zone
colpite, ma anche e soprattutto di una nuova cura del territorio. Le recenti
alluvioni hanno dimostrato, infatti, la più completa impreparazione ad
affrontare il normale corso della natura che viene dipinta come un cattivo
mostro che si abbatte sulle nostre vite distruggendo tutto. Se è vero, da un
lato, che l'eccezionalità degli eventi atmosferici ha determinato o
in una certa misura l'entità degli ultimi disastri, è anche vero, dall'altro,
che la politica di pianificazione del territorio della provincia di Messina è
stata lasciata in mano a un'accozzaglia di predatori che hanno riversato
centinaia di milioni di metri cubi di cemento in un territorio in cui
l'emigrazione è altissima e che presenta una quantità elevatissima di abitazioni
sfitte. La misura è colma, non c'è mercato immobiliare eppure la politica del
mattone non finisce mai di stupire. Sempre nuove concessioni vengono elargite a
signorotti locali che, con la complicità dei poteri forti del territorio,
consumano suolo e vivibilità. E' quello che accadrà con il Ponte sullo Stretto,
il cui progetto prevede lo scarico di 8 milioni di metri cubi di materiale
inerte proprio nelle prossimità delle zone recentemente alluvionate. Il nostro
territorio inizia a produrre un nuovo tipo umano: lo sfollato. Sempre più gente
ormai vive in condizioni di disagio e di allontanamento forzato dalla
propria abitazione a causa di eventi calamitosi. Allo stesso modo, mentre la
sicurezza si declina, a livello nazionale e a livello locale, come mera
repressione, la politica dimentica l'altra accezione possibile del termine:
sicurezza di avere un saldo terreno sotto i piedi. Ed un "saldo terreno sotto i
piedi", a causa di fragilità sociali ed inadempienze politiche, manca ai
migranti, le cui condizioni di precarietà, insicurezza e sradicamento stanno
diventando tratti caratteristici di sempre più autoctoni. E', quindi, necessario
manifestare uniti e uniti rivendicare diritti universali. Soltanto stando uniti
sarà possibile difendersi dalla crisi globale (che i Signori della Finanza hanno
prodotto e che ora vorrebbero farci pagare attraverso provvedimenti come quelli
contenuti nella manovra finanziaria del Governo Monti) impedendo lo sfruttamento
del nostro territorio e tutelando il diritto ad una vita felice per tutte le
donne e tutti gli uomini.
ReteNoPonte - Comunità dello stretto COMITATO VERSO IL 18 DICEMBRE