In mezza Italia ancora si scava nel fango. Nell’altra mezza, i contadini contano i danni della siccità. A Durban nessuno scommette una lira sull’accordo, mentre il trattato di Kioto scade. Fino a pochi anni fa politica e mercato negavano lo sconvolgimento climatico. Oggi puntano sul fatalismo: in fondo la terra ne ha visti tanti.È vero, ma non sono mai stati così rapidi, e mai in un pianeta così abitato.I produttori di champagne comperano terre in Gran Bretagna: lì faranno il vino, e a noi rimarrà la polvere del deserto. Si perderanno lavoro, diritti, vite, economie, storie culture e futuri di miliardi di persone, italiani inclusi.Della Conferenza di Durban si accorgeranno in pochi, da noi: c’è la crisi. Eppure, gli unici che si salvarono da quella analoga del ’29 furono gli Usa del New Deal.E anche oggi non ne usciamo senza un New New Deal.Un patto sociale inedito fra natura, diritti, lavoro e economia e cultura. Fondato sulla riconversione energetica, industriale, urbana, della mobilità e dell’abitare. Sulla difesa del territorio: mare, cielo, terra, acqua, comunità. Sulla dignità contadina, sul chilometro zero. Sul riuso e il risparmio. Sull’innovazione che non distrugge ma aiuta a salvare.Nascerebbero milioni di posti di lavoro, in cambio di un deciso intervento pubblico su queste priorità strategiche. L’economia ricomincerebbe a girare, e l’Europa arresterebbe il declino.Una riEvoluzione: andare avanti bene. Per avvicinarla, noi riconvertiamo noi stessi, i circoli e gli stili di vita. Nei giorni di Durban, in nome della giustizia climatica, aiutiamo i nostri circoli e le comunità distrutte dalle alluvioni.Conti Correnti:Arci Liguria presso Banca Popolare Etica - Agenzia di Genova, causale: Emergenza alluvione Liguria 2011: IBAN IT 16 B 05018 01400 000000140234 Arci Sicilia presso Banca Popolare Etica, causale: Raccolta fondi per alluvionati del messinese: IBAN IT 38 E 05018 04600 000000 140686